giovedì 5 ottobre 2023

Sherlock Holmes incontra Lovecraft - "A Study in Emerald", la miglior fanfiction mai scritta

Nel 2003 veniva pubblicata per la prima volta Shadows Over Baker Street, un’antologia di racconti scritti da diversi autori che presentavano come caratteristica comune l’inserire i personaggi dell’universo di Sherlock Holmes all’interno del mondo dei racconti di H.P. Lovecraft. La raccolta era curata da due autori degni di nota, ovvero Michael Reaves, scrittore e sceneggiatore di varie serie animate come GargoylesSpiderman: The Animated Series e Batman: The Animated Series, per citare quelle più famose a cui ha lavorato, e John Pelan, autore e editore specializzato in letteratura fantascientifica, weird e horror.

Ad aprire la raccolta c’era un racconto scritto da Neil GaimanA Study in Emerald, il cui titolo fa chiaramente intuire che il racconto di base non era altro che Uno studio in rosso di Arthur Conan Doyle.
La storia, raccontata in prima persona da un anonimo narratore che funge da “Watson”, ripropone il primo caso svolto in coppia da Sharlock Holmes e il suo assistente. I due si ritroveranno a dover risolvere l’omicidio di un principe legato alla famiglia reale. Il caso, sebbene verrà facilmente risolto entro la fine del racconto, presenta però degli elementi molto strani: dal cadavere non esce sangue normale ma un liquido color verde e gli assassini sembrano legati a una strana setta che adora dei misteriosi e antichissimi avi venerati dagli uomini in tempi lontani.

La storia ottenne subito un gran successo, al punto che nel 2004 e nel 2005 vinse rispettivamente lo Hugo Award per il miglior racconto e il Locus Award per la miglior storia breve. Il successo del racconto non si è ovviamente fermato ai soli premi letterari. Nel 2013 il game designer Martin Wallace realizzò un gioco da tavolo ispirato dal racconto, gioco che nel 2015 ricevette una seconda edizione con regole aggiornate e un nuovo design. Nel 2018 il racconto ricevette un adattamento a fumetti sceneggiato da Rafael Scavone, autore brasiliano che ha lavorato a svariate storie per DC Comics, e disegnato da Rafael Albuquerque, disegnatore conosciuto prevalentemente per i suoi lavori su Blue Bettle e per aver realizzato American Vampire assieme a Scott Snyder.
Nel 2006 il racconto fu ristampato all’interno della raccolta Fragile Things: Short Fictions and Wonders curata da Gaiman stesso. All’interno di questa raccolta, l'autore ha dato ulteriori spiegazioni riguardo le maggiori influenze e ispirazioni del racconto indicando l’universo letterario di Wald Newton scritto da Philip José Farmer, la serie di Anno Dracula scritta da Kim Newman e The League of Extraordinary Gentlemen di Alan Moore e Kevin O’ Neil.

Ma aldilà del successo, ciò che rende il racconto ulteriormente interessante è ciò che Gaiman pensa riguardo questa storia. Lo scrittore infatti, sebbene nel corso degli anni abbia dichiarato che il racconto è probabilmente una della migliori storie brevi che abbia mai scritto, reputa A Study in Emerald una semplice fanfiction su Sherlock Holmes e il mondo di Lovecraft.1 Le motivazioni che portano Gaiman a valutare la storia come tale sono queste: non è una storia canonica in senso stretto, ovvero non è stata scritta da Conan Doyle, è ambientata e contiene elementi di un altro universo letterario, ovvero quello di H. P. Lovecraft ed è stata scritta da un fan dell’opera di Doyle, ovvero Gaiman stesso. C’è da dire che non è la prima volta che Gaiman reputa un suo racconto breve una fanfiction: anche The Case of Death on Honey che scrisse per la raccolta Study in Sherlock è considerata dallo scrittore inglese come tale.2
Tuttavia, Gaiman sa che la sua visione può cozzare con ciò che è una fanfiction: una fanfiction di solito non viene pubblicata in raccolte letterarie (e in teoria non andrebbe pubblicata affatto a scopo di lucro, a meno che non si applichino dovute modifiche al testo originale per evitare il copyright), non ricevi alcun guadagno da questo tipo di storie e soprattutto non partecipi e vinci a vari premi letterari.3

Nel caso di Sherlock Holmes, la situazione si fa ancora più nebulosa su cosa potrebbe essere considerata fanfiction e cosa no. Fin dagli anni Cinquanta infatti, il detective di Baker Street è stato protagonista di vari racconti e romanzi apocrifi che sono stati approvati dai discendenti di Conan Doyle. Gli unici due criteri che devono essere rispettati sono che gli scritti di Conan Doyle non vengano contraddetti e che la realtà storica in cui si svolgono i casi venga mantenuta. Il racconto di Gaiman, se escludiamo gli elementi presi dai racconti di Lovecraft come il sangue verde e l’accenno ai Grandi Antichi, potrebbe funzionare perfettamente come racconto apocrifo se non fosse per il plot twist finale. Infatti, sebbene il detective per tutto il racconto sembri ricordare proprio Holmes grazie ai suoi ragionamenti deduttivi e l’utilizzo di alcuni alias che solo il detective di Baker Street poteva usare, come l’utilizzo del nome Sherry Vernet, e il narratore, in base ai pochi dettagli che ci dà sul suo passato da soldato, sembri ricordare proprio Watson, si arriva alla fine della storia dove scopriamo che a compiere l’omicidio non erano altro che Holmes e Watson, mentre chi ha risolto il caso e chi ci ha raccontato la storia erano James Moriarty e Sebastian Moran, due dei più famosi arcinemici di Sherlock Holmes.
Forse è proprio a causa di questo ribaltamento dei ruoli che Gaiman è arrivato a pensare che la sua storia non è altro che una fanfiction: Sherlock Holmes non diventerebbe mai nè un criminale e nè un adoratore dei Grandi Antichi.

Tuttavia, a prescindere da cosa Gaiman pensi del suo racconto, si nota che lo scrittore inglese si è divertito ad omaggiare due scrittori che ama e che sono stati fonte d’ispirazione per le sue storie. Basti notare lo stile di scrittura di tutto il racconto, che riprende le prime pagine di Uno studio in rosso, o il come i Grandi Antichi vengano “presentati” come se ci trovassimo in un racconto vero e proprio di Lovecraft.
Un ulteriore elemento riguardo l’amore provato da Gaiman per il suo racconto è il come ha deciso di pubblicarlo sul suo sito personale dove è infatti reperibile in lingua originale sotto forma di documento PDF scaricabile.4 In questa versione la storia ricorda, da un punto di vista grafico, un feuilleton. Ogni capitolo è inserito in una pagina di giornale (intitolato “The Star of Albion”) ed è introdotto da una piccola inserzione pubblicitaria che cita altri racconti horror. Tramite questa resa grafica, il racconto sembra essere stato scritto quasi in contemporanea con le storie di Doyle, rendendolo ancora più simile a un’opera apocrifa.

Un’ultima “dichiarazione d’amore” è legata all’intenzione di Gaiman di realizzare un seguito al racconto, creando un nuovo caso ambientato in questo universo.5

Insomma, A Study in Emerald è sicuramente un racconto molto particolare per lo strano rapporto che ha con il suo creatore. È un grande tributo a due autori che hanno segnato due generi letterari, un racconto breve che offre la giusta dose di suspense e che si conclude con un ottimo colpo di scena. Eppure, vuoi per una questione di umiltà, vuoi per una per una sua concezione personale di fan, Gaiman reputa questo racconto una semplice fanfiction. E se vogliamo considerare valide le sue dichiarazioni, possiamo tranquillamente ammettere che ci troviamo davanti alla migliore fanfiction su Sherlock Holmes e il mondo di Lovecraft mai scritta.
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NOTE

4 Il racconto è reperibile qui

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