mercoledì 31 maggio 2023

Guardiani della Galassia Vol. 3 - Nel meraviglioso cielo infinito

 "[Guardians of the Galaxy Vol. 3] was - emotional's the right word. I watched a cut of it a while ago, and I cried pretty hard. I mean, it's pretty hardcore. Little Rocket - he went through a lot, dude. He went through a lot."
(Bradley Cooper, Entertainment Tonight)

"I'm done running."
(Rocket)
Era il 2014 quando James Gunn presentava al mondo il primo “Guardiani della Galassia” conquistando pubblico e critica e vincendo una scommessa che sembrava impossibile: far innamorare gli spettatori di un gruppo di personaggi praticamente sconosciuti del mondo dei fumetti Marvel. Ma Gunn, col suo talento e la sua scrittura, ha reso subito iconico questo gruppo di pazzoidi dal cuore d’oro con una space-opera che mescola sapientemente umorismo, emotività e avventura alla Star Wars. Il successo è planetario, anzi… galattico!

"Well, I didn't ask to get made! I didn't ask to be torn apart and put back together over and over and turned into some little monster!" 
(Rocket in "Guardiani della Galassia", 2014)
Guardiani della Galassia (2014)
È il 2017, periodo di massimo splendore del MCU, quando approda in sala il sequel: “Guardiani della Galassia Vol. 2”, un film ancora più anarchico e personale, coloratissimo e meno dipendente dalla macro trama dell’universo Marvel. Con il Vol. 2, Gunn realizza uno spettacolo visivo ed emotivo incredibile, approfondendo maggiormente i protagonisti e i loro rapporti, introducendo un villain strepitoso (l’Ego interpretato da Kurt Russell) e regalandoci un altro gioiellino divertentissimo, emozionante e pop.

"I know everything about you. I know you play like you're the meanest in the heart but actually you're the most scared of all. {...] I know you steal batteries you don't need and you push away anyone who's wiling to put up with you because just a little bit of love reminds you of how big and empty that hole inside you actually is. [...] I know them scientist what made you never gave a rats ass about you.
(Yondu a Rocket in "Guardiani della Galassia Vol. 2", 2017)
Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017)
A distanza di sei anni dal secondo capitolo Gunn conclude finalmente la sua trilogia, non dopo diversi colpi di scena nella sua vita professionale. Dopo il suo licenziamento1 da parte della Disney (che destò preoccupazione nei fan e sconcerto da parte degli attori coinvolti nella saga), è stato ingaggiato dalla Warner Bros per scrivere e dirigere “The Suicide Squad2, una sorta di soft-reboot in cui ha potuto esprimere tutto se stesso con una pellicola spettacolare, divertente, splatter, fuori dagli schemi e dall’anima squisitamente di serie B. Un vero e proprio film della Troma ad alto budget! La Disney nel frattempo è fortunatamente tornata sui propri passi, richiamando Gunn per terminare la sua trilogia galattica3. Il regista ha acconsentito (dopotutto i Guardiani sono sue creature) ma, come ha dichiarato più volte, ha anche confermato che questa sarà la sua ultima opera all’interno dei Marvel Studios4. Qualche mese fa, infatti, è stato nominato co-presidente della DC Studios5 e avrà ora l’arduo compito di dare inizio ad un nuovo universo cinematografico dedicato ai personaggi della DC Comics, supervisionando l’intero progetto. Il suo prossimo lavoro sarà “Superman: Legacy”, che approderà nelle sale nel luglio del 20256. In attesa di scoprire cosa combinerà Gunn nell’altra grande casa di produzione supereroistica, possiamo goderci quest’ultima, splendida avventura dei nostri Guardiani. Un’opera che, possiamo dirlo con gioia, è valsa tutta la lunga ed estenuante attesa.

"There are the hands that made us, and then there are the hands that guide their hands. My beloved raccoon. The story has been yours all along. You just didn't know it."
(Lylla a Rocket in "Guardiani della Galassia Vol. 3", 2023)
Guardiani della Galassia Vol. 3 (2023)
Guardiani della Galassia Vol. 3” è un film decisamente più cupo e maturo rispetto ai suoi predecessori; lo si capisce fin dalla meravigliosa e crepuscolare scena iniziale, dove un malinconico Rocket (doppiato da Bradley Cooper e da Sean Gunn nelle sequenze flashback e per la motion capture) si aggira per Knowhere ascoltando “Creep” dei Radiohead. Una sequenza decisamente meno dinamica e divertente rispetto ai prologhi dei primi due capitoli, eppure di grandissimo impatto. Anche a livello estetico Gunn opta per colori più spenti e scenografie meno variopinte rispetto alle esplosioni cromatiche dei primi due Volumi; tutto ciò è estremamente funzionale e coerente con la storia che intende raccontare: è un film emotivamente forte, che tratta tematiche delicate e decisamente non convenzionali per un blockbuster di questo tipo. Rappresenta la fine di un ciclo e conclude una storia iniziata quasi dieci anni fa, è il saluto a questi Guardiani non solo da parte del pubblico, ma anche per lo stesso Gunn.

Every beat of my heart7: questo scrisse Gunn quando, diversi anni fa, pubblicò sui suoi profili social la sceneggiatura ultimata di questo terzo capitolo. E possiamo dire che il cuore di Gunn è forse il vero protagonista di questa pellicola: il nostro James conclude la trilogia con il botto, regalandoci un film divertente, malinconico, emozionante e genuino come non se ne vedevano da tempo nel genere. È una giostra di emozioni che ti fa ridere e stringere il cuore, ti fa arrabbiare e inorridire (soprattutto a causa delle barbarie compiute dall’Alto Evoluzionario) e poi ti fa tirare un sospiro di sollievo. Gunn gestisce perfettamente ogni pezzo di questo grande puzzle, regalandoci un finale perfetto e agrodolce.
Un aspetto interessante di Guardiani 3 è il fatto che la storia si basi quasi interamente su un salvataggio, nello specifico quello di Rocket: il motore della vicenda è proprio il nostro procione parlante preferito che, dopo essere rimasto gravemente ferito da Adam Warlock, può essere salvato solo tramite una password capace di disattivare il dispositivo kill switch che gli è stato installato in corpo. I Guardiani dunque si imbarcheranno in un’avventura tra pianeti organici, rivelazioni del passato e creature mutanti pur di salvare la vita al loro amico.

La missione quindi non è salvare un mondo o sventare il piano diabolico di qualche super cattivo, no: il cuore di questa storia, esattamente come nelle prime due e forse ancor di più, è l’amicizia, il senso di unione e l’amore che lega questa banda di pazzoidi avventurieri dello spazio.

Rocket, come confermato da Gunn e dalla campagna marketing mesi prima dell’uscita del film, è il vero protagonista della pellicola8. “Questa è sempre stata la tua storia fin dall’inizio, solo che tu non lo sapevi”, dice ad un certo punto l’amabile lontra Lylla al nostro procione. Ed è vero: Gunn ha spesso ripetuto che Rocket è il vero protagonista di questa trilogia, il personaggio con cui il regista stesso si identifica di più, il suo preferito. Fin dal primo film Gunn ha disseminato piccoli indizi relativi all’oscuro passato di Rocket, facendoci solo intuire ciò che il procione aveva affrontato. Si capiva che, dietro quella corazza spesso scorbutica e diffidente, si nascondeva un’anima triste e sofferente. Questo terzo film fa luce su tutto questo e ci fornisce le risposte che cercavamo: è una storia totalmente dedicata a Rocket, al suo tragico passato, ai suoi amici, a ciò che ha dovuto patire. I flashback che mostrano la sua infanzia, trascorsa in prigionia vittima dei barbarici esperimenti dell’Alto Evoluzionario, sono senza dubbio i momenti più potenti dell’intera pellicola. Assistiamo alla crescita progressiva di Rocket, al dolore che ha dovuto sopportare, ai momenti di gioia trascorsi insieme ai suoi tre amici, ai suoi sogni infranti. Uno struggente viaggio nel passato di questo straordinario personaggio che, da ormai quasi dieci anni, è entrato nel cuore degli appassionati.
Gli amici di Rocket (la lontra Lylla, il tricheco Teefs e la coniglietta Floor) sono dolcissimi e scaldano il cuore con la loro amicizia. Realizzati in CGI con effetti estremamente credibili, rappresentano l’unica nota di luce e purezza che riguarda i tragici trascorsi del nostro procione. Creature ingenue, che non conoscono il mondo esterno ma solo il dolore degli esperimenti e la bellezza dello stare insieme, che sognano di raggiungere il cielo e il mondo esterno. Nonostante l’aspetto inquietante di questi poveri animali dovuto ai numerosi esperimenti subiti (e qui si vede il gusto di Gunn per l’horror e il grottesco), sono i personaggi a cui ci si affeziona, rendendo la loro prevedibile fine ancora più amara.

Ma Gunn, come al solito, sa gestire perfettamente tutti i protagonisti: nessuno di loro viene abbandonato, ognuno trova la chiusura perfetta del proprio cerchio. Star-Lord è qui un eroe tragico che soffre per l’amore perduto a cui cerca di riavvicinarsi. Questa perdita e la responsabilità nei riguardi di Rocket lo porteranno a pensare a cosa sia meglio per il suo futuro e a compiere delle scelte inaspettate.
Drax è sempre protagonista di alcuni dei momenti più spassosi della pellicola. La sua bontà e ingenuità sono specchio di una profonda malinconia derivata dall’aver perso sua moglie e sua figlia. Anche il gigante buono interpretato da Dave Bautista, grazie a questa avventura, riscoprirà se stesso e tornerà ad essere quello che in realtà è sempre stato: non un Distruttore, ma un tenero e premuroso papà.

Mantis troverà quell’indipendenza che non ha mai effettivamente avuto. È sempre dipesa dagli altri ma ora ha trovato la sua strada. Lei e Drax sono, come sempre, una coppia fantastica (li abbiamo visti scatenati come non mai anche nello speciale natalizio) e alcuni dei loro siparietti comici sono a dir poco irresistibili.

Nebula riveste il ruolo della più razionale del gruppo, quella che cerca di mantenere l’ordine e fare in modo che i Guardiani si assumano le loro responsabilità. Ma dopo gli eventi delle precedenti pellicole rivela un lato più tenero che tiene spesso nascosto. La sua evoluzione nell’arco dei tre film è senza dubbio uno degli aspetti più sorprendenti e intriganti della trilogia.
Anche Groot (doppiato da Vin Diesel), qui in versione adolescente, ha i suoi bellissimi momenti (tra cui uno stile Kaiju che farà la gioia dei fan dei mostri giganti!). Inoltre, piccola chicca, quando verso la fine del film lo sentiamo parlare e dire “Vi voglio bene ragazzi” ai Guardiani, è in realtà lo spettatore a comprendere le sue parole perché, dopo anni passati a seguire le loro avventure, siamo ufficialmente entrati a far parte di questa famiglia spaziale9.

Il ruolo di Gamora è, come sappiamo, un “residuato” della sua gestione post “Avengers: Infinity War” e “Avengers: Endgame”. È una Gamora alternativa, di un’altra linea temporale, che non conosce i Guardiani e non è innamorata di Star-Lord (Chris Pratt). Poteva essere una vera e propria patata bollente, ma fortunatamente Gunn ha gestito al meglio anche il personaggio interpretato da Zoe Saldana e il suo rapporto con Quill, riuscendo a renderlo interessante e non scontato.
Una delle novità di questo terzo capitolo è Adam Warlock, interpretato da Will Poulter. Già anticipato da una delle scene post credits del Volume 2, Warlock è un personaggio in divenire, con del potenziale ancora inespresso che emergerà probabilmente in prodotti futuri. È un bambino strappato troppo presto dal suo bozzolo che deve imparare a interagire con il mondo che lo circonda. Ogni tanto la sua presenza risulta forzata all’interno del racconto (il suo inserimento è stato più un’imposizione dell’alto che volontà di Gunn10), ma il regista fa di tutto per renderlo interessante e Poulter gli dà il giusto carisma, anche se risulta più un antipasto per il futuro che un personaggio realmente importante per il film. C’è una scena particolare dal sapore biblico che riguarda Warlock e che cita “La Creazione di Adamo” di Michelangelo, un momento molto potente e visivamente d’impatto. Menzione speciale per il piccolo Blurp, una creaturina pelosa che Warlock prenderà sotto la sua ala protettiva, davvero simpatico e adorabile!
E poi c’è lui, il villain della pellicola: l’Alto Evoluzionario. Interpretato dal bravissimo Chukwudi Iwuji (che Gunn ha sapientemente portato con sé dalla serie tv “Peacemaker”), questo personaggio ha tutte le carte in regola per essere uno dei migliori e più spietati cattivi del MCU. Sadico, viscido, arrogante, completamente privo di empatia e amore nei confronti degli altri. L’Alto Evoluzionario è un moderno dottor Moreau, che conduce terribili esperimenti sugli animali pur di raggiungere quella che lui definisce la “società perfetta”. Lui odia la realtà e le “cose come stanno” (per citare Rocket), odia se stesso (scopriremo che indossa una maschera per nascondere il suo vero, macabro volto) e cerca di mettere in ordine una realtà cacofonica che non riesce ad apprezzare. Le creature frutto dei suoi esperimenti richiamano al cinema di Cronenberg e al già citato “L’Isola del Dottor Moreau11, con design grotteschi e orrorifici (c’è un momento che cita persino “Alien”). L’Alto Evoluzionario non riesce a comprendere quella che è una componente fondamentale della realtà e di tutti gli esseri viventi: l’imperfezione. Tutto ciò che ci circonda, tutte le creature, sono imperfette, ma sono proprio le imperfezioni e le storture a renderci unici, speciali e inimitabili. I Guardiani stessi lo sono: imperfetti e dunque umani. L’Alto Evoluzionario non si sente parte di questo mondo perché ambisce ad una perfezione artificiale e impossibile, per questo è il perfetto contraltare dei Guardiani, così puri, sinceri e capaci di accettarsi per quello che sono. “Guardiani della Galassia Vol. 3” è un inno all’imperfezione e a tutte le creature viventi, un messaggio universale col quale chiunque può identificarsi.
Il film è anche profondamente significativo per chi ama gli animali: Gunn li adora, e in questo film lo dimostra all’ennesima potenza valorizzando e dando una caratterizzazione speciale ad ogni creatura che si palesa sullo schermo. C’è un momento semplicemente spettacolare che ricorda la biblica arca di Noè. Non a caso l’associazione animalista PETA12 si è congratulata con Gunn per come ha trattato il tema della sperimentazione animale, non tirandosi indietro sui dettagli più crudi e purtroppo realistici, in un film pur sempre rivolto al grande pubblico. Se siete amanti degli animali ci sarà da commuoversi, ma proverete anche tanta gioia.

Guardiani della Galassia Vol. 3” è un film sull’identità: sullo scoprire chi si è davvero, capire qual è il proprio posto nel mondotrovare la propria indipendenzaaccettarsi in ogni sfumatura positiva o negativa che sia. Ogni Guardiano raggiungerà una maturazione tale da permettergli di confrontarsi con la propria natura e di essere finalmente felice. È un film sul volersi bene, sull’empatia, sul prendersi cura degli altri e su valori importanti come l’amicizia e la famiglia, temi che Gunn ha avuto sempre a cuore e che tratta con delicatezza e sensibilità.
Pete Davidson, Chris Pratt e James Gunn sul set del film


A livello tecnico il film è semplicemente straordinario: la regia di Gunn è pulita ed esalta al meglio ogni piccolo dettaglio (alcuni primi piani sono sensazionali), concedendosi qualche abile virtuosismo (il combattimento in piano sequenza nel corridoio della nave tra i Guardiani e le creature mutanti dell’Alto Evoluzionario, con “No Sleep Till Brooklyn” dei Beastie Boys in sottofondo, è uno dei picchi registici più alti raggiunti all’interno del MCU); gli effetti digitali sono spettacolari (Rocket non è mai stato così fotorealistico), ma Gunn e il suo team hanno fatto anche un larghissimo uso di make-up prostetico, tanto da aver stabilito il record per il maggior numero di trucchi e protesi applicate in un film (oltre 23.000 su 1000 comparse)13. Le creature e gli animali ibridi creati dall’Alto Evoluzionario sono insieme grotteschi, teneri e inquietanti e il trucco artigianale non fa altro che esaltare la fantasia immaginifica del concept.

Musicalmente Gunn ha fatto di nuovo centro: l’Awesome Mix di questo Vol. 3 è semplicemente spettacolare, elettrizzante e malinconico. Tra Radiohead, SpacehogFaith No MoreRainbowAlice Cooper e tanti altri, Gunn ci regala un altro accompagnamento sonoro perfetto (spesso diegetico), che intensifica tanto le scene d’azione quanto quelle più emotive.
Guardiani della Galassia Vol. 3” è la perfetta conclusione per questa trilogia. Gunn ha portato a termine la sua visione, salutando questi personaggi nel miglior modo possibile. La sua presenza mancherà nel MCU e i Guardiani (perlomeno, questi Guardiani), dopo un viaggio durato quasi dieci anni, mancheranno a tutti noi. In attesa di scoprire cosa combinerà Gunn con Superman e il mondo della DC Comics, possiamo solo ringraziarlo e salutare i Guardiani con un ultimo “Come and Get Your Love”!
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NOTE
1 James Gunn Fired as Director of ‘Guardians of the Galaxy Vol. 3’, di Borys Kit, Aaron Couch, su hollywoodreporter.com, 20/07/2018 

3 James Gunn Back On as ‘Guardians of the Galaxy 3’ Director, di Borys Kit, Aaron Couch, su hollywoodreporter.com, 15/03/2019

4 James Gunn addresses Marvel future after Guardians of the Galaxy 3, di Jacob Sarkisian, su Digital Spy, 24/11/2022 

6 Superman: Legacy: Release Date, Plot Details & Everything We Know, di Ben Sherlock, su Screen Rant, 16/10/2023

7 “Every beat of my heart” cit. James Gunn, via Facebook, 25/06/2018

11 Romanzo di fantascienza del 1896 scritto da H. G. Wells. Il testo ha avuto una trasposizione cinematografica omonima nel 1977 per la regia di Don Taylor.

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