venerdì 24 gennaio 2020

THEY'RE UNDER THE GROUND! (Recensione “Tremors”)

“Niente di nuovo sotto il sole. Ma sotto terra…”
Siamo nei primi anni '80, l'età dell'oro per quanto riguarda l'horror e la fantascienza, un periodo che ci ha regalato immortali cult cinematografici e personaggi entrati nell'immaginario collettivo. Pochi anni prima, nel 1975, un giovane Steven Spielberg aveva terrorizzato gli spettatori di tutto il mondo con il suo capolavoro “Lo Squalo”, pietra miliare del cinema di genere, un film epocale che ha insinuato nelle persone la paura del mare, dell'ignoto e di ciò che si nasconde nelle profondità abissali. Ammettetelo: anche voi, almeno una volta, durante un tranquillo bagno al largo, non avete potuto fare a meno di pensare al terrificante motivetto musicale creato da John Williams per “Jaws”, provando un brivido dietro la schiena. Ebbene, il film di cui parliamo oggi presenta alcune affinità con “Lo Squalo”, a partire dal poster e dall’idea di base: se lo squalo è l’imperatore degli abissi, un luogo oscuro ed estraneo all’uomo, le bestie della pellicola in questione sono dominatrici incontrastate delle viscere terrestri, creature pronte a sbucare da un momento all’altro dal terreno per inghiottire l’incauta preda. Cosa succederebbe se ci fosse qualcosa nascosto proprio sotto i nostri piedi, qualcosa che ci impedisce di camminare tranquillamente costringendoci a trovare un rifugio? Questa è la domanda che si sono posti S.S. Wilson e Brent Maddock, i due sceneggiatori di “Tremors”, cult fantascientifico degli anni '90 di cui parleremo oggi. “Tremors” è un film unico, un vero gioiello entrato nel cuore di milioni di appassionati, capostipite di una saga che non accenna a fermarsi (il settimo capitolo uscirà quest’anno) e che ha generato persino una miniserie televisiva composta da 13 episodi. Senza dubbio uno dei franchise b-movie/sci-fi più amati di sempre (i sequel sono tutti divertenti e ben fatti), ma il primo capitolo è un vero e proprio classico inarrivabile che ha fatto l’infanzia di molti. Proprio pochi giorni fa la pellicola ha compiuto 30 anni dalla sua uscita nelle sale, dunque quale momento migliore per omaggiare e rispolverare questo cult intramontabile?

La storia vede protagonisti Val McKee ed Earl Basset (interpretati rispettivamente da Kevin Bacon e Fred Ward), due operai che svolgono piccoli lavori manuali a Perfection, cittadina sperduta del Nevada, in cui risiedono insieme ai loro amici. I due sono stanchi del loro mestiere e di vivere nel bel mezzo del nulla, tanto che decidono di partire una volta per tutte verso la città di Bixby, per cercare fortuna e dare una svolta alla propria vita. Ma proprio quando i due si mettono in viaggio, a Perfection cominciano a verificarsi terribili omicidi e mattanze ai danni di persone e bestiame. Val ed Earl cercano di fare luce sul mistero per scoprire il responsabile di questi orribili massacri, che rivelerà ben presto la sua natura assolutamente fuori dal comune: giganteschi vermi carnivori sotterranei sono comparsi nella valle di Perfection e divorano tutto quello che capiti loro a tiro; non si sa quale sia la loro origine, ma sono affamati, giganteschi e molto intelligenti. Aiutati dai loro amici, tra cui la sismologa Rhonda e gli agguerriti coniugi Burt ed Heather Gummer, Val ed Earl cercheranno di sconfiggere questa minaccia, facendo affidamento sull’astuzia e il lavoro di squadra. Ma non sarà affatto facile e qualcuno finirà nella pancia dei giganteschi vermoni.
L’idea alla base di “Tremors”, come già accennato, venne in mente ai due sceneggiatori S.S. Wilson e Brent Maddock nei primi anni ’80, mentre realizzavano video istruttivi sulla sicurezza per conto della Marina degli Stati Uniti. Un giorno, durante delle riprese in mezzo al deserto, i due si arrampicarono su un grosso masso e immaginarono che, sotto la sabbia desertica, ci fosse qualcosa in agguato che li costringeva a restare sulla roccia. Da questa semplice idea nacque il soggetto dell’allora intitolato “Land Sharks”, soggetto che i due proposero all’amico e futuro regista del progetto Ron Underwood, il quale realizzava video e documentari per il National Geographic. Underwood era esperto di zoologia e contribuì a creare e sviluppare la morfologia di questi “squali di terra”. L’idea piacque molto agli studios e la sceneggiatura originale, intitolata “Beneath Perfection”, venne completata nel 1988. Underwood, allora esordiente in campo cinematografico, fu incaricato di occuparsi della regia, con la supervisione di Wilson e Maddock. Questo è solo il preludio della nascita di un film destinato a diventare leggendario.

Sono tanti gli elementi che rendono “Tremors” un film straordinario: in primis, il suo essere un film alla base molto semplice, che si diverte ad omaggiare i classici monster movie fantascientifici degli anni ’50, da “Assalto alla Terra” (in originale “Them!”) di Gordon Douglas a “Tarantola” di Jack Arnold. Gli stilemi del genere ci sono tutti: una cittadina sperduta in mezzo al deserto, personaggi qualunque destinati a diventare eroi per caso, una storia d’amore e, soprattutto, orribili mostri giganti provenienti da chissà dove. Ron Underwood e il suo team sono riusciti ad amalgamare perfettamente tutti questi tòpoi narrativi e a creare una formula genuina e divertente, che rende questa pellicola un cocktail di generi unico e irresistibile. È un’opera che mescola di tutto: horror, commedia, fantascienza, western, avventura, azione e romanticismo. 
Tutti generi che gli sceneggiatori e il regista padroneggiano con gusto, originalità e maestria, proponendo dialoghi e scene rimaste nella storia. Altrettanto indimenticabili sono i protagonisti di questa folle avventura: Kevin Bacon e Fred Ward sono una coppia adorabile, due “cowboy” rudi, volgari e scavezzacollo, i cui battibecchi amichevoli regalano allo spettatore momenti di grande divertimento degni del miglior buddy movie. Sono personaggi qualunque, dei “bambinoni” con grandi ambizioni, ma che grazie a questa avventura riscoprono se stessi e il valore delle piccole cose che compongono la loro vita quotidiana e il posto in cui abitano. L’alchimia e la bravura dei due attori hanno contribuito alla riuscita di questi due buffi personaggi: Fred Ward, grande attore caratterista già apparso ne “I Guerrieri della Palude Silenziosa” e “Il mio nome è Remo Williams”, e che tornerà anche nel sequel “Tremors 2: Aftershocks”, offre un’interpretazione divertente di quello che dovrebbe essere il “saggio” tra i due, in quanto è il più anziano e spesso dà consigli all’amico Val, ovviamente sempre conditi da insulti e parolacce. Kevin Bacon, qui giovanissimo ma già divenuto celebre per film come “Footlose”, regala una delle performance più riuscite e amate della sua filmografia; Val è un vero “cowboy moderno”, scapestrato, rude ma dal cuore tenero, che farebbe qualsiasi cosa per salvare i suoi amici e le persone che ama. Bacon, inizialmente, era riluttante nell’interpretare questo ruolo e ha ammesso più volte che l’idea di essere il protagonista di un film con enormi vermi sotterranei che mangiano le persone non lo entusiasmava affatto, tanto che accettò il ruolo solo per necessità economiche. Ma quando si rese conto dell’effettivo valore del film e del grande successo che ottenne tra il pubblico e gli appassionati (più in home video che al cinema), Bacon rivalutò completamente la pellicola, tanto che ha ribadito più volte che Val è l’unico personaggio della sua carriera che gli piacerebbe reinterpretare a distanza di anni; un sogno che, per la gioia dei fan, si era quasi concretizzato quando venne annunciata una nuova serie TV su “Tremors” con protagonista proprio Kevin Bacon, ambientata 25 anni dopo il film originale; non avrebbe preso in considerazione i seguiti e ci avrebbe presentato un Val ormai anziano e alcolizzato nuovamente alle prese con i Graboid. Il progetto sembrava pronto a vedere la luce, con Bacon entusiasta, un ottimo regista al timone (il Vincenzo Natali di “Cube” e “Splice”) ed un primo episodio già girato e pronto per essere trasmesso (online si trova anche il trailer ufficiale), ma sfortunatamente SyFy, la casa di produzione che si stava occupando del progetto, ha cancellato la serie ancor prima che il pilota venisse reso pubblico, con grande dispiacere di Bacon e dei fan.
Anche i personaggi di contorno si guadagnano un posto speciale nel cuore dello spettatore, dall’impavida sismologa Rhonda (interesse amoroso di Val) all’agguerrita Heather. Da segnalare nel cast la presenza della piccola Ariana Richards, che tre anni più tardi si ritroverà braccata dai Velociraptor insieme al fratellino nella cucina di un certo parco a tema su un’isola sperduta del Pacifico…

Come non citare il personaggio divenuto icona assoluta del franchise, mito indiscusso per i fan e protagonista assoluto della saga dal terzo capitolo in poi? Esatto, ovviamente parliamo del baffuto Burt Gummer, il temerario e paranoico patito di armi interpretato dal grande Michael Gross. Burt è un personaggio irresistibile e carismatico: è protagonista, insieme alla moglie, di una delle scene più spettacolari del primo film, dove i due annientano letteralmente un Graboid con pistole e fucili all’interno della loro casa; è ossessionato dall’idea di un eventuale terzo conflitto mondiale, il che lo porta a prendere dannatamente sul serio qualunque cosa gli succeda e ad essere sempre vigile come un vero guerriero. La caccia ai Graboid diventerà la sua ossessione, nel corso della saga svilupperà un vero e proprio rapporto di amore/odio con i vermoni e l’averlo elevato a protagonista assoluto nei vari sequel è senza dubbio una delle migliori scelte che il franchise potesse compiere; il carisma di questo folle personaggio è dovuto soprattutto al suo interprete, il leggendario Michael Gross, che da assoluto e dichiarato pacifista ha plasmato a suo piacimento un personaggio eccentrico e guerrafondaio. Gross è legatissimo a Burt, si diverte come un matto a interpretarlo e non sembra perdere un briciolo di quella grinta e di quella passione che ha sempre donato al personaggio, tanto che tornerà quest’anno per l’imminente “Tremors: Island Fury” (dove, a quanto pare, il nostro cacciatore di mostri preferito sfoggerà una foltissima barba bianca, non vediamo l’ora di scoprire il perchè).

Ma parliamo di loro, le vere star di questa pellicola e dell’intera saga: i Graboid. Questi mostri sono senza dubbio tra le creature più originali e iconiche mai concepite nel panorama del cinema horror e fantascientifico, capaci di terrorizzare ma al contempo affascinare grazie al loro design particolare e unico. Ma che cosa sono queste creature? Da dove provengono? I Graboid (nome dato nel primo film da Walter Chang, il simpatico proprietario dell’emporio “Chang’s Market” interpretato dal grande Victor Wong) sono giganteschi vermoni carnivori sotterranei, vagamente ispirati alla leggenda criptozoologica dell’Allghoi Khoroi, grosso verme che, secondo alcuni, si aggirerebbe tra le dune del deserto del Gobi. Nel primo film non viene spiegato quale sia la loro origine (i personaggi ipotizzano che possano essere frutto di un esperimento segreto progettato dagli americani come arma contro i russi, mentre Earl è convinto che vengano dallo spazio).
Nel secondo film si scoprono essere risalenti al Precambriano, un periodo che coincide con la nascita del nostro pianeta, dunque sono esseri preistorici antichissimi, molto più dei dinosauri. Sono privi di occhi e dunque ciechi, ma molto sensibili ai rumori, infatti il loro metodo di caccia consiste nell’inseguire e agguantare qualsiasi cosa provochi la minima vibrazione in superficie. Il loro muso è simile ad un grosso becco e sono dotati di tre mandibole inferiori che rendono l’apertura della bocca simile ad un fiore. Emanano un odore nauseabondo e lungo la schiena sono dotati di lunghi spuntoni che usano come propulsori per spostarsi velocemente sottoterra. Per agguantare le prede si servono di tre lunghe lingue serpentine provviste di bocca, indipendenti l’una dall’altra e simili a tentacoli, con le quali afferrano le incaute vittime e le trascinano sottoterra fino al loro gozzo. Inoltre sono esseri estremamente intelligenti, capaci di tendere imboscate e organizzare trappole per mettere in difficoltà le prede; hanno un’ottima memoria, il che gli consente di imparare in fretta e riconoscere i vari “trucchetti” e stratagemmi adoperati dai protagonisti. Queste immonde creature, che ricordano vagamenti gli enormi vermi delle sabbie di “Dune”, sono state progettate dal team dello Studio ADI di Alec Gillis e Tom Woodruff Jr. (responsabili della creazione degli Xenomorfi in “Alien 3” e “Alien: La Clonazione”, ma anche di altre pellicole di genere come “Pumpkinhead”, “La Cosa” del 2011, “The Predator” e molti altri), che hanno dato vita a bestie sotterranee incredibili, vive, viscide e mastodontiche, il tutto ricorrendo esclusivamente ad effetti artigianali e animatronics. Ancora oggi, i Graboid del primo “Tremors” appaiono incredibilmente realistici e intimidatori, qualcosa che la computer grafica più recente non sarà mai in grado di replicare. I nostri vermoni, come i fan ben sapranno, subiranno diverse mutazioni nel corso della saga, diventando prima Shriekers e poi Ass-Blaster, creature se possibile ancora più pericolose che metteranno a dura prova i protagonisti dei numerosi sequel. Ma questa è un’altra storia, una storia che, forse, vi racconteremo in futuro.

“Tremors” è dunque un cult immortale, un mito assoluto, un film unico che si è ritagliato un posto speciale nel panorama horror/fantascientifico, stregando tutti i fan di mostri e bestiacce varie. Siccome quest’anno i Graboid spengono 30 candeline, non c’è occasione migliore per rispararsi questo piccolo capolavoro in compagnia di amici, armati di pizza e birra. E perché no, una maratona dell’intera saga potrebbe essere un’ottima idea per un passatempo leggero e divertente. Ora non ci rimane che attendere il settimo capitolo per vedere quale nuova minaccia dovrà affrontare il nostro Burt. Graboid acquatici, forse? Graboid spaziali? Chi lo sa. Nel frattempo, vi consigliamo di fare il meno rumore possibile…

Articolo di Riccardo Farina

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