mercoledì 18 dicembre 2019

Orrori dagli abissi antartici - La leggenda moderna del Ningen

Come abbiamo già visto, di criptidi sparsi per il globo ne esistono a bizzeffe. Tra quelli che si possono ritenere i più antichi, quelli con la tradizione più radicata nel passato della civiltà, figurano i mostri marini. Facenti parte delle leggende e del patrimonio culturale di innumerevoli popoli, l'esistenza di presunti abitanti dei mari non conosciuti è dibattuta tutt'oggi. Quando pensiamo ai mostri marini la mente ci porta subito ai serpenti di mare, ai draghi acquatici, al kraken. Eppure il più singolare ed inquietante non ha nulla a che spartire con queste bestie prodigiose, e qualcuno pensa di essersi accorto della sua presenza solo in tempi relativamente recenti.

Oggi parleremo dell'enigmatica storia dell'aberrante Ningen: uomo-cetaceo proveniente dai mari più freddi della Terra. La parola ニンゲン (Ningen), tradotta dalla lingua giapponese, significa letteralmente "umano".
Illustrazione di Aaron Rizla. Stemmi provenienti da "The complete collection of antiquities from the cabinet of Sir William Hamilton" di Pierre Francois Hugues, Taschen Bibliotheca Universalis, p. 317. Pittura ad olio.
A partire dal 2007 sul sito web 2channel (forum giapponese che oltretutto è uno dei più grandi al mondo e che oggi si chiama 5channel) si iniziò a parlare di avvistamenti riportati quasi vent'anni prima da navi di ricerca del governo giapponese, o da dei pescherecci, di un mostruoso essere acquatico lungo dai 20 ai 30 metri, dalla pelle bianca e di forma balenoide, del tutto innocuo... ma con terrificanti elementi di natura umanoide come i giganteschi arti o il suo "volto".

Inizialmente scambiato per un sottomarino straniero dai ricercatori che si erano addentrati nei mari antartici, e che per primi lo avrebbero incontrato, una volta avvicinatisi questo si sarebbe dileguato nelle fredde profondità dei mari del sud. I thread al riguardo (ad oggi non più reperibili) attirarono su di sè la luce dei riflettori: proprio il 2007 fu il picco massimo di affluenza nel sito che sarebbe arrivato a contare 2,5 milioni di post pubblicati solo in quell'anno.
Così nel novembre del 2007 la rivista giapponese Mu Magazine, specializzata nello studio di fenomeni paranormali, scrisse un articolo in merito rendendo nota questa storia a un pubblico più vasto. Senza delle prove concrete si parlava di come il governo giapponese avrebbe obbligato i testimoni oculari a tacere, e di come avrebbe nascosto più prove dell'esistenza di questo strano animale.

A sostegno di quella che fino a quel momento pareva una comune leggenda urbana la pubblicazione presentava numerose prove fotografiche, uno screenshot da Google Earth di una strana sagoma bianca davanti alle coste della Namiibia, e ricordava come già alla fine dell'800 in Giappone si fosse parlato di misteriosi animali dalle caratteristiche simili scorti nel Pacifico.
Più di questo del Ningen non si sa molto, sul web circolano voci di un ultimo avvistamento avvenuto nel 2014 da parte di una nave da crociera, ma le informazioni in merito sono scarse. In giro per l'Internet ci sono centinaia di video o scatti di questa grottesca sirena pallida la maggior parte dei quali è di scarsissima qualità: quasi tutti catturati di notte, rendendo l'identificazione dell'animale molto difficile. Ma è possibile che questo colosso umanoide viva negli oceani che toccano l'emisfero settentrionale del Pianeta e che nessuno se ne sia accorto prima?

Gli scettici ritengono che il Ningen non sia altro che un miraggio: ghiacciai dalle forme inconsuete scambiati per mostri, ma c'è anche chi ha avanzato la teoria che potrebbe essere una specie sconosciuta dell'ordine dei raiformi (sensibilmente più grande di quelle note), animali che hanno sul ventre delle narici e una bocca dalla forma che può ricordare vagamente la fisionomia di un volto umano. Altri invece ritengono che potrebbe essere un parente gigantesco dei beluga, in attesa di essere scoperto ufficialmente e classificato.
Esiste infine una teoria alternativa circa il Ningen: c'è chi ha notato come presenti delle analogie con il Ningyo, una creatura tipica del folklore nipponico. Ningyo significa "pesce umano", anche se è stato spesso tradotto come "sirena". Nei miti giapponesi è una creatura descritta come un pesce con la bocca di scimmia, piccoli denti, squame dorate e una voce armoniosa. A quanto pare avrebbe anche un sapore delizioso, e mangiare una di queste creatura allungherebbe la vita di chi lo fa, ma attenzione: catturarlo o ritrovarlo arenato sulle spiagge è solitamente un presagio di guerra o di sventura; per questo i pescatori sono soliti rigettarlo in mare qualora lo peschino senza volerlo. Secondo molti il Ningen, dunque, non sarebbe altro che una moderna interpretazione di questo mito, con cui condivide la cultura da cui entrambe le storie si sono originate.

Nonostante ciò ad oggi la scuola di pensiero inaugurata da Mu Magazine esiste ed è ancora attiva, con una forte nicchia che crede in un grande complotto che vorrebbe nascondere l'esistenza di questa bestia gigantesca, spaventosa, elusiva ma stranamente mite, perché produrrebbe un misterioso componente chimico dalle incredibili qualità curative (o nocive, secondo ulteriori fonti).
Illustrazione di Aaron Rizla, ispirata all'anguipede indiano Vyala Yaksha ed alla rappresentazione dei tritoni reperibile in alcuni medaglioni romani gnostici. Matite ed acquerello.
Articolo di Lorenzo Spagnoli, illustrazioni originali di Aaron Rizla, revisione di Robb P. Lestinci

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