mercoledì 4 dicembre 2019

Mostri lacustri in Italia

Tempo fa abbiamo parlato di Nessie, celeberrimo mostro del lago di Loch Ness, e del grande impatto mediatico che ebbe per buona parte del XX secolo.  Questo impatto non fu tale solamente in Scozia, o nella Gran Bretagna, ma ovunque tanto da portare i criptozoologi di tutto il mondo ad indagare, oltre che sui mostri di terra, come i dinosauri in Africa che abbiamo trattato, su avvistamenti dei cosiddetti "mostri lacustri" in qualsiasi area del pianeta.

Esistono almeno tre presunte creature soltanto nell'America del nord, e in molti casi sono diventate motivo di grande attrazione turistica. Il nostro paese non è da meno. L'Italia ha da sempre una sua tradizione folkloristica molto particolare per quanto riguarda i miti e le leggende (se n'è già parlato nel precedente articolo sui draghi), e non manca dei suoi nessie.
Un Lariosauro
Per primo c'è il Lariosauro del Lago di Como. Premessa: siamo intorno agli anni '30 del 1800, prima che la fama dei mostri lacustri spopolasse, a Perledo (localita nei pressi del lago) vennero rinvenuti dei resti fossili di Lariosaurus Balsami, genere di rettile acquatico del Trassico medio fino a quel momento sconosciuto. Oltretutto il lago di Como è uno dei più profondi d'Europa: il suo fondale arriva a toccare i 410 mt., ambiente perfetto per il prosperare della teoria di un criptide lacustre che vi possa dimorare (anche se va detto che la formazione del lago in sè è ritenuta molto più recente rispetto al Trassico). La leggenda del mostro nasce nel tardo 1946, con una storia che fece parlare di sè su più quotidiani italiani di due cacciatori che nella riserva naturale Pian di Spagna dissero di aver visto un animale di 10-12 metri, dalle squame rossastre. Di lì in avanti, ci sarebbero stati più avvistamenti e presunte prove fotografiche/video della creatura, di cui il più recente risale al 2003. Due sono gli elementi degni di nota di questa storia: tanto per cominciare, il fatto che sia nata sulla scia della popolarità sempre crescente di Nessie, e poi il fatto che, nel corso degli anni, le sembianze del criptide siano cambiate più volte a seconda dei testimoni: chi parla di un enorme pesce, chi di uno serpentiforme simile ad un'anguilla, chi di un rettile, chi di una vero e proprio facsimile del plesiosauro del Ness, e chi di una specie di coccodrillo pinnato.  Oltrea questo abbiamo poco, del fantomatico Lariosaurus non sappiamo molto altro, è sicuramente una tradizione ben più modesta rispetto a quella scozzese, ma che si ritagliò ai tempi una discreta risonanza mediatica che ci porta a ricordarlo ancora oggi.
Il mostro del lago di Garda, ricostruzione
C'è poi il mostro del lago di Garda, secondo più avvistamenti (alcuni dei quali abbastanza recenti) nel maggior lago italiano vivrebbe un criptide accusato dai pescatori di essere il responsabile della scomparsa dei pesci intrappolati nelle loro reti. Similmente a Nessie, le origini di "Bennie" (così simpaticamente apostrofato) sono radicate nel XVI secolo, quando i monaci dell'Isola di Garda a S.Felice avrebbero visto emergere da una grotta sotto le acque un essere che li terrorizzò.  Anche qui c'è poco di più da dire, anzi, questo mito sembrerebbe essere stato sfatato negli ultimi tempi grazie al lavoro del famoso pescatore e conduttore televisivo Jeremy Wade che, per il programma "Dark Waters" di Animal Planet, lo scorso anno ha quasi pescato nel Garda un pesce siluro lungo oltre 10 metri che sarebbe l'origine di questa leggenda.
"Dark Waters", stagione 1, episodio 1, "Italy's Lake Monster" (2019)
Ultima storia (ma non per importanza) è quella del drago Tarantasio. Il territorio attualmente compreso tra la parte meridionale di Bergamo e il nord di Cremona fu, secoli addietro, una vastissima area palustre formata dalle esondazioni di più corsi d'acqua limitrofi. Questa zona era conosciuta con il nome di Lago Gerundo. Similmente al mito dell'Idra di Lerna, esiste un'antica tradizione che ricondurrebbe proprio a quest'area la presenza di diverse creature serpentiformi e dall'alito pestilenziale che l'avrebbero infestata. Di questi, il più noto era appunto il Tarantasio: un mostro che sarebbe stato ucciso, secondo la leggenda, da Umberto Visconti intorno al 1200. Non a caso lo stemma della famiglia Visconti raffigura un gigantesco serpente in procinto di divorare un uomo. A sostegno di questo racconto, sappiamo che nel XIV secolo nei pressi di Lodi furono trovati i resti di un presunto simile del drago, che per centinaia di anni sono stati conservati nelle più grandi chiese di quelle zone. Però è importante sottolineare come l'ex Gerundo sia noto anche come area di ritrovamento di fossili risalenti all'Era Glaciale, spesso trascinati a valle dalle correnti che partono dai monti, di animali come ad esempio mammuth o rinoceronti.  Questo spiegherebbe razionalmente le origini di una simile diceria, e anche i resti del mostro che sarebbero stati conservati così a lungo nei dintorni.
A destra un'illustrazione del drago, a sinistra lo stemma della famiglia Visconti
Qualsiasi spiegazione o giustificazione si voglia dare alle innumerevoli storie di mostri e di draghi del Belpaese, è sempre affascinante sia quanto profondamente pongano le proprie basi nella cultura Italiana (e Occidentale in generale), sia il singolare fenomeno che rappresentano dal punto di vista antropologico. Ed è proprio questa la vera anima, la vera essenza di storie simili.

Articolo di Lorenzo Spagnoli

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