mercoledì 25 settembre 2019

Il mostro di Loch Ness: dagli albori alle ultime scoperte

È molto difficile che, ad oggi, ci sia ancora qualcuno che non è a conoscenza della leggenda che riguarda il lago di Loch Ness, uno dei più grandi bacini di acqua dolce del Regno Unito ubicato nelle Highlands scozzesi. Un mistero che aleggia su quelle acque da secoli, almeno secondo le testimonianze pervenute, e che è stato resto noto a tutto il mondo partire dagli anni '30 del secolo scorso.

Il Loch Ness è un lago che si estende per 37 km, dalle acque profonde (tanto che buona parte del suo fondale è ancora inesplorata perché irraggiungibile dai sonar) e caratterizzato da uno specchio d'acqua eccezionalmente torbido, a causa della grande quantità di fango e sostanze organiche presenti in esso.

Questi ingredienti sembrerebbero perfetti per dare credito al mito di Nessie, il più celebre e iconico di tutti i criptidi; la creatura sconosciuta di cui qualsiasi ricercatore spera, un giorno, di poterne dimostrare l'esistenza. Ma cos'è esattamente un "criptide" ?
Per chi non ne fosse al corrente, vi riportiamo la definizione del termine criptozoologia (la pseudoscienza che si occupa dello studio di questi criptidi): "La criptozoologia è lo studio degli animali la cui esistenza è ipotizzata su basi indiziarie. Le ipotesi possono riguardare animali non conosciuti dalla scienza oppure l'esistenza attuale di animali già descritti, ma ritenuti estinti o la presenza di specie conosciute in un'area distante dai luoghi dove sono attestate".

Ora, per proseguire il nostro discorso, bisogna fare un salto indietro nel tempo: nel maggio del 1933, quando nel giornale scozzese "Inverness Courier" viene pubblicato un articolo dal titolo "Strano spettacolo nel Loch Ness" in cui viene riportata la testimonianza (risalente al mese prima) di due coniugi che una notte, mentre percorrevano in auto una strada vicino alla riva del lago, hanno avvistato una mostruosa creatura che si è poi ritirata nelle gelide acque.

Se gli avvistamenti si fossero fermati lì, sicuramente la storia di Nessie non sarebbe rimasta nella storia ma da subito il mistero inizia ad infittirsi: Alex Campbell, autore dell'articolo, sin dalla pubblicazione ha sostenuto che tutti i locali del Ness fossero sempre stati al corrente della storia di un mostro che abita le acque del lago (cosa che è stata ribadita, in un'intervista negli anni '80 dalla signora Mackay, colei che ha incontrò il mostro col marito).
Oltretutto, nel 1934, viene pubblicato un secondo avvistamento in realtà risalente addirittura al 1870, e mai pubblicato prima di allora.

Nonostante tutto questo, probabilmente ciò che portò all'ascesa della leggenda di Nessie fu quando la comunità si rese conto di una sua ulteriore testimonianza...

In uno scritto risalente al sesto secolo dopo Cristo. Infatti nella "Vita di S. Columba", scritta da Adomnán si racconta dell'episodio in cui il santo incontra, lungo le rive del fiume affluente all'omonimo lago, degli uomini intenti a seppellire il corpo di un povero disgraziato che, mentre nuotava, era stato attaccato ed ucciso da un mostro serpentiforme.
Così il santo invitò un discepolo ad attraversare il fiume a nuoto, questi obbedì e quando la creatura apparve S. Columba di Iona lo allontanò con moniti e preghiere.
Questo affascinante legame tra una diceria contemporanea e una storia riportata da un testo antico suggestionò molto l'opinione pubblica, nonostante sin da subito fossero molti gli scettici. Una svolta si ebbe con la testimonianza del motociclista Arthur Grant, nel 1934, che raccontò di aver quasi investito nella notte del 5 Gennaio uno strano animale, che poi scappò nel lago.
Grant fece uno sketch di questo animale, in cui lo ritraeva come una creatura molto simile ad un plesiosauro (questa diventerà la rappresentazione più iconica del mostro).

Da quel momento in avanti, gli avvistamenti sarebbero stati innumerevoli e si sarebbero susseguiti nel corso dei decenni: dalla famosissima (ma falsa) foto del chirurgo, fino a quella scattata dal satellite di Google Earth della sagoma di un particolare corpo tra le acque. La popolarità di Nessie (e del suo lago natale) per anni è stata alle stelle, tanto da ramificarsi nella cultura popolare in pochissimo tempo (un domani potremmo anche parlare dei tanti b-movie che si sono ispirati a questo mito).

Migliaia di spedizioni scientifiche sono state portate avanti nelle acque scozzesi per cercare qualcosa che potesse dimostrare la veridicità di questa storia, ma i ricercatori sono sempre tornati a mani vuote.
"Vita privata di Sherlock Holmes" ("The Private Life of Sherlock Holmes") del 1970, diretto da Billy Wilder, è protagonista del giallo riguardo una misteriosa scomparsa del prop (oggetto di scena) del suo Nessie, ritrovato poi, anni dopo, proprio nel lago di Loch Ness nel 2016
Benché esistano così tante testimonianze e ci siano innumerevoli fotografie e video del mostro di Loch Ness, nel corso del tempo lo scetticismo è cresciuto sempre di più, e vari esperti si sono cimentati nel formulare teorie razionali per dimostrare la non-esistenza del mostro.

Oltretutto, in anni recenti, molti degli avvistamenti della creatura sono stati dimostrati come delle bufale, e alcuni tecnici degli effetti speciali hanno dichiarato di aver lavorato (per conto di individui non meglio specificati che volevano favorire il turismo nell'area, col diffondersi della leggenda) a dei dorsi radiocomandati di Nessie, da muovere sulla superficie delle acque per farlo scorgere a chi si trovasse sulle rive del lago.

In tempi recenti, però, qualcosa si è mosso... negli ultimi mesi, un team di ricercatori neozelandesi dell'Università di Otago ha condotto dei sofisticati test del DNA, ricavato dalle acque del Ness; è importante specificare che questa operazione non è stata svolta con lo scopo di cercare il mostro, ma semplicemente di studiare la biodiversità del lago.
"The Water Horse" (2007), regia di Jay Russell
Tra tutti i campioni, non è stato trovata alcuna traccia di DNA rettile (mentre è stata dimostrata la convivenza di almeno 3000 specie differenti), oltretutto è stata riscontrata una massiccia presenza di tracce genetiche dell'anguilla europea, ciò ha portato i ricercatori neozelandesi a teorizzare che il famoso mito di Nessie possa essere scaturito dagli avvistamenti di un enorme esemplare di anguilla (il tutto però è ancora da dimostrare).

Se questa notizia vi può sembrare, a primo impatto, come la prova definitiva che il mostro di Loch Ness non sia altro che una leggenda prendetevi un attimo, perché come esistono gli scettici riguardo all'esistenza del mostro, esiste anche una comunità di scettici nei confronti di questa ricerca. Infatti, a quanto pare, non tutti i campioni prelevati dal lago sono stati adatti a questo studio, il 20% di essi sono stati classificati come sconosciuti, solitamente in questo tipo di esperimenti il DNA particolarmente deteriorato non è classificabile...ma chi vuole credere ancora nel mostro, sostiene (non sbagliando, tecnicamente) che qualora si dovesse trattare di una specie sconosciuta non potremmo avere altri campioni di DNA con cui comparare questo 20%, in cui quindi una nuova creatura ancora non scoperta potrebbe rientrare tranquillamente.

Zilla Jr. incontra Nessie nell'episodio "DeadLoch" della serie animata "Godzilla" (1999)
Nessuno di noi può sapere con certezza se Nessie esista o meno, probabilmente un domani la scienza avrà raggiunto dei livelli talmente alti che sarà in grado di dare una risposta definitiva mappando tutto il fondale del lago, e studiando qualsiasi campione di DNA che si può trovare nelle sue acque; ma di certo è la leggenda più affascinante degli ultimi novanta anni e, per chi vuole continuare a crederci abbiamo ancora uno spiraglio, una possibilità (forse l'ultima) per attestare che, effettivamente, nel Loch Ness dimora un mostro.

Articolo di Lorenzo Spagnoli, revisione di Robb P. Lestinci

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