lunedì 24 febbraio 2020

Thinking with portals (Recensione "Portal 2")

Dopo l’immenso, e inaspettato, successo riscosso da Portal, l’arrivo di un sequel era solo questione di tempo. La Valve Corporation iniziò lo sviluppo del seguito subito dopo la pubblicazione del primo capitolo e così, il 19 aprile 2011, Portal 2 sbarcò su Steam, PlayStation 3 e Xbox 360.
Il gioco inizia 50 giorni dopo gli eventi di Portal: la protagonista, Chell, è temporaneamente risvegliata dallo stato di stasi in cui si trovava per un controllo di routine sulla sua salute, ma dopo essere tornata in ibernazione qualcosa va storto e la ragazza si sveglia in un’Aperture Science ormai in rovine, è infatti lasciato intendere al giocatore che durante il sonno della protagonista siano passati secoli (se non millenni) e che Chell sia l’ultima umana rimasta all’interno del complesso di ricerca. La ragazza è accolta da Wheatley, un impacciato robot intenzionato a fuggire da Aperture Science con l’aiuto della protagonista, la quale dovrà tornare nelle camere test con lo scopo di trovare una Portal Gun, necessaria per il piano di Wheatley. Cercando una via di fuga Chell e il suo nuovo alleato giungono alla camera di GlaDOS, l’antagonista del primo capitolo, dove è sono ancora presenti i resti dell’immensa macchina, ma nel tentativo di trovare un ascensore per la superficie Wheatley la riattiva. GlaDOS riconosce immediatamente la protagonista e, intenzionata a proseguire gli esperimenti di Aperture Science, la reintroduce nelle camere test. Durante la sua avventura Chell esplorerà anche le sezioni più antiche di Aperture Science, dove apprenderà la storia della compagnia e le origini di GlaDOS grazie alle registrazioni del fondatore, Cave Johnson.
Le differenze con il primo capitolo sono intuibili fin dai primi minuti di gioco: il motore fisico del Source Engine è utilizzato in maniera più estensiva, la grafica risulta più curata e pulita, e il design delle ambientazioni e dei personaggi risulta molto più elaborato; esempio lampante di ciò è GlaDOS, il cui nuovo aspetto le consente una maggiore espressività e libertà di movimento nelle animazioni.
Portal 2 reintroduce il classico gameplay del primo capitolo con alcune importanti aggiunte: i laser sostituiscono le particelle di energia del primo Portal e consentiranno al giocatore di attivare meccanismi necessari a completare le camere test; le “Piattaforme di Fede Aerea” catapulteranno Chell in aria una volta calpestate; infine i gel potranno consentire salti più alti, movimenti più veloci o rendere le superfici su cui sono spalmati adatte ai portali sparati dalla Portal Gun.
Non vi è quasi più traccia dell’inquietante atmosfera che pervadeva il primo capitolo: Aperture Science non è più un centro di ricerca vuoto e privo di vita, ma un luogo popolato da un innumerevole numero di macchine che vanno a formare un complesso ecosistema meccanico; l’approccio alla trama risulta, inoltre, profondamente diverso, infatti la paura, l’ansia e la suspence del primo gioco sono abbandonati in favore di un’impronta più umoristica, evidenziato dai personaggi di Wheatley, robot logorroico e incapace, e di Cave Johnson, che nel gioco è dipinto come un esaltato pieno di sé.

Il tutto è “aggravato” dalla quantità eccessiva di informazioni sulla storia di Aperture Science fornite al giocatore, che distruggono il senso di mistero che si era andato a creare intorno alla compagnia nei giochi precedenti. In poche parole, pur essendo un gioco eccezionale, Portal 2 ignora quell’atmosfera che aveva contribuito al successo del suo predecessore e della serie di Half-Life in generale.
Uno dei punti di forza del gioco è senza ombra di dubbio il doppiaggio: Ellen McLain ritorna come voce di GlaDOS, offrendo una performance ancor più carismatica (anche grazie alla maggiore libertà espressiva concessagli dagli sviluppatori); Stephen Merchant, che recentemente ha interpretato l’agente Deertz della Gestapo in Jojo Rabbit, utilizza il suo incredibile talento comico per dare vita a Wheatley; infine J.K. Simmons, riesce a rendere realistico e simpatetico un personaggio assurdo quale è Cave Johnson.
La colonna sonora, a cura di Mike Morasky, è una delle migliori nel panorama videoludico degli ultimi anni. Il gioco fa un uso piuttosto estensivo di musica dinamica, ovvero un tipo di musica che risponde alle azioni del giocatore, aggiungendo strumenti o intere linee melodiche, mantenendo costante il ritmo del gioco. Punte di diamante della soundtrack sono senza dubbio le due canzoni di Ellen McLain: Want You Gone, che accompagna i titoli di coda, e Cara Mia Addio che, sebbene sia cantata in un italiano piuttosto sgrammaticato, risulta essere molto orecchiabile e commovente.

Degna di nota è anche la modalità multiplayer cooperativa, ambientata dopo la storia principale, che vedrà i giocatori impersonare due robot, P-Body e Atlas, al servizio di GlaDOS. Poiché i portali utilizzabili sono quattro, e non più due, i test saranno molto più complessi e stimolanti, ma non eccessivamente difficili da risolvere.
Il giocatore avrà inoltre la possibilità di creare le proprie camere test e di giocare quelle create dagli altri giocatori, sia in modalità single player che in cooperativa. Come è facile intuire, sarà possibile trovare test ben più difficili di quelli presenti nel gioco di base, offrendo l’opportunità di mettere alla prova la propria intelligenza e abilità di problem solving.  

Portal 2 è tutt’oggi considerato, dai giocatori e dalla critica, un capolavoro videoludico e per moltissimi è riuscito non solo a soddisfare le aspettative, ma anche a superare il suo predecessore. Sebbene mi trovi d’accordo con la precedente affermazione, non posso fare a meno di chiedermi se il gioco sarebbe stato migliore se avesse mantenuto l’inquietante atmosfera del primo capitolo. Ciononostante, sono sicuro del fatto che Portal 2 sia uno dei videogiochi migliori a cui abbia avuto la possibilità di giocare e consiglio, caldamente, a tutti di provarlo.
 
 
ARTICOLO DI
 

Nessun commento: