martedì 1 dicembre 2020

Un paese delle meraviglie corrotto (Recensione "American McGee's Alice" e "Alice: Madness Returns")

Alice nel Paese delle Meraviglie, scritto da Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson), è sicuramente uno dei libri più importanti e famosi di sempre; la novella vede la titolare protagonista che, dopo aver seguito un coniglio bianco giù per la sua tana, si ritrova in un mondo fantastico popolato da personaggi peculiari e bizzarri, ritrovandosi in situazioni al limite dell’assurdo. Sei anni dopo (nel 1871) uscì il seguito, Attraverso lo Specchio, che vede la giovane ragazza entrare all’interno di uno specchio ritrovandosi in un mondo dove tutto è al contrario.

Le avventure della piccola Alice Liddell hanno ispirato svariati artisti e produzioni di tutti i tipi: da libri di ogni genere possibile a film e serie TV, da canzoni a videogiochi, come nel caso della serie videoludica Alice, creata da American McGee, un sviluppatore di videogiochi che, prima di concentrarsi su questi due giochi (entrambi platformers d’azione in terza persona), lavorò nella produzione di molti titoli importanti come Doom e Quake.

Il primo capitolo è American McGee’s Alice, uscito nel 2000 per computer e poi reso disponibile digitalmente per Xbox 360 e PS3 nel 2011. è stato sviluppato da Rogue Entertainment e prodotto da Electronic Arts. Il gioco inizia con un incendio che si divampa per la casa della famiglia Liddell, uccidendo tutti i membri eccetto la giovane Alice, che verrà rinchiusa in un manicomio per svariati anni, dove vive in uno stadio catatonico con un profondo senso di colpa per la morte della sua famiglia. Ormai andata mentalmente, ritornerà nel Paese delle Meraviglie che non è più un posto felice e solare, ma corrotto e dannato a causa della Regina di Cuori. Per ristabilire l’ordine, Alice partirà per una nuova avventura per arrivare e sconfiggere la malvagia Regina, salvando sia il Paese delle Meraviglie che se stessa.

La storia si svolge dentro la testa della nostra protagonista che distorce la realtà con la sua immaginazione, riflettendo la sua situazione mentale nel Paese della Meraviglie. Questo mondo immaginario è corrotto e mortale, infatti Alice assiste alla morte di svariati personaggi nel corso della sua avventura, vedendo anche il cambiamento sia dei luoghi che dei personaggi: alcuni sono diventati malinconici e tristi, altri nemici della nostra protagonista.

Il gameplay in sé non è malaccio e la varietà di armi rende il combattimento, una parte fondamentale in questo gioco, molto più interessante. I livelli sono originali e si presentano con puzzle o caratteristiche diverse tra loro. La colonna sonora è fantastica, così come le atmosfere; i difetti del gioco sono pressoché legati al gameplay: ad esempio, quando Alice viene attaccata dai nemici mentre è in aria, il suo personaggio viene “lanciato” in lontananza rischiando di farla cadere da un precipizio. I controlli sono un po’ meccanici, ma dopo un po’ ci si prende la mano. Un altro fastidio è il fatto che la lingua disponibile sia solo l'inglese, ma se riuscite a masticarlo non dovrebbe essere un problema.

È un titolo che consiglio se la premessa vi ha interessato, o se siete fan del suo seguito, Alice: Madness Returns.

Alice: Madness Returns, uscito nel 2011, è il secondo capitolo della serie e sono sicuro che lo conosciate, dato che è molto popolare. È disponibile per PS3, Xbox 360 e Windows. È stato sviluppato da Spicy Horse e prodotto anche questa volta da Electronic Arts.

Il videogioco è ambientato un anno dopo la fine del primo capitolo: Alice lavora in un orfanotrofio mentre si fa curare da uno psicologo, ancora affetta dal trauma della morte della sua famiglia e dall’incendio. Un giorno però, si ritroverà nuovamente nel Paese delle Meraviglie, più precisamente nella Valle delle Lacrime, scoprendo che c’è una nuova minaccia, il Treno Infernale, che sta distruggendo pezzo dopo pezzo il Paese delle Meraviglie. Nel frattempo, inizia a ricordare dettagli dell’incendio e svela il mistero dietro la morte della sua famiglia. È diviso in sei capitoli e in ognuno di essi vediamo sia parti della Londra vittoriana del 1875 che parti del Paese delle Meraviglie, che anche questa volta riflette situazioni reali distorte dalla mente della protagonista; questa volta però, i ricordi che Alice sbloccherà e le analogie tra la realtà e la sua immaginazione l'aiuteranno sia a risolvere il mistero dietro la morte della sua famiglia, che a rendersi di conto di quello che succede intorno a lei.

Il gioco si concentra molto sulla psiche della protagonista e su una storyline ben costruita. I movimenti del personaggio sono fluidi e migliori rispetto al prequel, stessa cosa per quanto riguarda i combattimenti, nonostante non ci siano moltissime armi. La grafica e la direzione artistica sono semplicemente mozzafiato e reggono il passo con giochi più moderni. La colonna sonora è, nuovamente, magnifica, così come le sezioni del Paese delle Meraviglie che visiteremo, assieme ad alcune parti della Londra vittoriana. I difetti però ci sono e si fanno sentire: il gioco ha un solo boss, quello finale, e i nemici sono abbastanza generici. I momenti in cui siamo nella Londra Vittoriana sono pochi e sarebbe stato gradito poterla osservare un po’ di più. Il gameplay in sé è ripetitivo e può stancare, i livelli tra loro non presentano grandi caratteristiche che li differenziano e li rendono freschi, ad eccetto dell'ambientazione e dei vestiti che Alice cambierà ad ogni capitolo. I puzzle presenti diventano noiosi dopo un po', mentre i livelli in 2D non sono proprio il massimo. Rimane pur sempre un solido gioco che consiglio caldamente, che dispone anche di un ottimo doppiaggio in italiano.

Un sequel, che avrebbe dovuto essere l’ultimo capitolo di una trilogia dedicata ad Alice, sarebbe stato Alice: Otherlands, che  era stato pensato come un MMO, dove Alice entra all’interno della mente di altre persone, le “Otherlands” per appunto per cercare di aiutarle.  L’idea di un gameplay così diverso non è piaciuta particolarmente, così, tramite KickStarter, McGee comprò i diritti di Alice per realizzare due corti animati su questo concetto: Leviathan, realizzato in computer grafica, vede la nostra protagonista entrare dentro la mente di Jules Werne, e A Night in the Opera, realizzato in stop motion, dove Alice entra nella Otherland di Richard Wigner.

Sono due ottimi corti con un concetto che ho adorato, anche se posso capire il perché la gente non abbia apprezzato né quest’idea né quella del MMO. Spero che un giorno riusciremo a vedere qualcosa di più elaborato su Alice: Otherlands, magari un film o un videogioco, anche se ne dubito. Piuttosto, gli artworks realizzati durante la campagna KickStarter li ho trovati molto più interessanti: in uno vediamo Alice entrare nell’Otherland di Thomas Edison, mentre nell’altro in quella di Vincent Van Gogh.
Nel 2018, American McGee rivelò che stava lavorando su un nuovo capitolo: Alice: Asylum, che sarebbe stato un prequel del primo gioco.  Inoltre, ha aggiunto che  per svilupparlo prima avrebbe voluto comprare i diritti da EA, che ha intralciato molto la produzione di Madness Returns. Sembra che tutto stia filando liscio, nonostante siano ancora in una fase di pre-produzione. Potete trovare vari aggiornamenti di Alice: Asylum sul Patreon di American McGee, che assieme ad un gruppo di artisti realizza concept art per funzioni, luoghi e materiale per Asylum.

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