mercoledì 15 luglio 2020

Il film perduto che uccide chi lo guarda - La maledizione di Antrum (Recensione "Antrum")

Si dice che, se lo guardi, verrai maledetto e ti accadranno cose atroci. D’altronde il sottotitolo è: “Il film più pericoloso mai esistito”. C’è altro da aggiungere?
STORIA DEL FILM E DEI SUOI PERSONAGGI
La trama di questo pseudo-documentario è molto particolare perché tratta prima dell’analisi di un film perso e misteriosamente ritrovato, poi della sua presentazione al grande pubblico. Nel 1979, un film di nome Antrum viene presentato a vari festival cinematografici ma nessuno lo accetta. Subito dopo se ne perdono completamente le tracce e, nel 1988, il film riappare misteriosamente in un teatro a Budapest. Durante la proiezione, scoppia un incendio che brucia completamente il teatro. Il film quindi torna a scomparire dalla scena per gli anni successivi fino a quando non viene proiettato nuovamente in un teatro in California, nel 1993. Stavolta, ci fu un attacco di panico di massa nel quale rimase uccisa una donna incinta. Dopo questa proiezione, il film svanì nuovamente nel nulla, guadagnandosi la reputazione di essere maledetto. Nel 2018, una copia di Antrum viene misteriosamente rinvenuta, spingendo una troupe di documentaristi curiosi a fare un cortometraggio sulla sua storia e l’impatto che ha avuto tra la gente. Sebbene le origini del film rimangano sconosciute, alcuni esperti esaminarono la bobina e scoprirono che il film utilizza suoni binaurali ed immagini subliminali. Oltre a questo, si accorsero che qualcuno aveva persino modificato la pellicola inserendo frammenti in bianco e nero di una scena atroce, non riconducibile direttamente al film. Fu così che finalmente il film riuscì ad essere presentato alle masse, nella sua demoniaca interezza.

Invece la trama del film ritrovato, ovvero Antrum, tratta dei fratelli Oralee e Nathan al cui cane Maxine è stata effettuata l’eutanasia. Il piccolo Nathan ci teneva molto al suo cane perciò, chiedendo a sua madre se Maxine è andata in Paradiso, scoprì che invece è andata all'inferno. La sorella di Nathan, vedendolo traumatizzato, si inventò di aver ottenuto un grimorio occulto da un compagno di classe immaginario di nome Ike che li avrebbe condotti nella foresta in cui Satana è caduto quando è stato scacciato dal cielo. Trovando il luogo dell’impatto e scavando, avrebbero trovato la porta che li avrebbe condotti all'inferno in modo che potessero salvare l’anima di Maxine. 
Il rito per proteggersi dai demoni infernali

CONSIDERAZIONI
Questo è un film tutto particolare, partendo dall’intro sino ad arrivare a prima dei titoli di coda. L’idea di base è quella di far credere che esista una pellicola maledetta e che essa possa causare immani stragi a chi la guarda. Il tutto parte con questo breve documentario che descrive le presunte vicende reali accadute prima della pubblicazione definitiva di Antrum. Dopo di esse, e prima dell’inizio del film, una “Legal Notice” ci avvisa che l’utenza è stata avvisata e che, proseguendo nella visione, tutti si deresponsabilizzano su quello che potrebbe capitare allo spettatore durante o dopo la visione del film: è un inizio con il botto. Tutto molto interessante e costruito bene. Parte poi il vero film: a primo impatto si storge leggermente il naso perché il sunto della trama è mostrato praticamente tutto nei primi 5 minuti. Si, in maniera molto tirata e disorientante, ma schiaffato in faccia allo spettatore in tutta la sua demoniaca audacia. L’azzardo qui sta nel far credere allo spettatore di stare assistendo ad un grande cult perduto, dicendoci che il meglio (o il peggio) deve ancora venire.

Il film prosegue poi sobbalzando tra momenti lenti e noiosi e trovate geniali come, per esempio: mentre Oralee e Nathan camminano su un sentiero mostrato in maniera bidimensionale (alla Super Mario, per intenderci), si nota a malapena nello sfondo la sovraimpressione di un volto demoniaco che osserva lo spettatore e che sembra parlargli. O ancora, durante tutto l’arco della visione si noteranno a malapena dei simboli esoterici comparire in vari punti dello schermo come se qualcuno li avesse disegnati a mano sulla pellicola e tante altre trovate. 
Avendo a disposizione pochissime risorse economiche e pochi operatori, hanno dovuto costruirci dietro un leggenda metropolitana che ha permesso di spingere il film alla visione senza spenderne, letteralmente, un euro per il marketing. E difatti, facendo un giro per la rete, sembra che la loro visione abbia avuto un buon successo.

Antrum tecnicamente si presenta come un found footage girato negli anni ’70 con tutto quello che concerne la grafica, la regia e la colonna sonora. Diciamo che generalmente il tutto è stato girato bene e sembra veramente di assistere ad un filmato di quegli anni ma sfortunatamente non pare perfetto e alcune scene sono palesemente moderne.  La recitazione dei due bambini invece è abbastanza buona, il che ha aiutato ad immergere lo spettatore in questo incubo cinematografico. Verso la fine del film poi c'è una importante scena tra loro due che mi ha fatto pensare al potere della narrazione e al modo in cui immagini e parole possono cambiarci. È stata una buona scelta fare in modo che i fratelli avessero età diverse: è stato reso credibile che il bambino non può facilmente distinguere la verità dalla finzione facendo si che la sorella maggiore riesca ad accondiscendere la sua immaginazione… Sempre che della sua immaginazione si tratti. Il film finisce in modo particolare ovvero mostrando un finale diverso per ogni fratello. Il finale, essendo completamente figurativo, va un po' ad interpretazione ma nulla di particolarmente complesso.
La “Nota Legale” mostrata prima della visione del vero film

PRO
+ Molto bella l’idea dello Pseudo-documentario che presenta un film perduto;
+ Non ci possiamo aspettare effetti grafici moderni da un film che vuole dimostrare di essere stato girato negli anni ’70 ma tutto quello che vediamo è strutturato in maniera convincente;
+ Suoni binaurali e immagini occulte in sovraimpressione;
+ Metaforico ma comprensibile.

CONTRO
- La recitazione è mediamente buona ma l’altalenanza tende a fare scemare il pathos di certe scene;
- Generalmente lento e noioso;
- Lo scoiattolo… (capirete guardandolo). 

VERDETTO FINALE
Alle persone a cui piacciono gli pseudo-documentari e i found footage alla The Blair Witch Project, sarà molto facile che apprezzino questo film. Per tutti gli altri ne consiglio la visione ma con l’occhio di chi non si aspetta chissà quali prodezze tecnico-grafiche da un film dal bassissimo budget come questo. Abbiamo bisogno di più pellicole uniche nel mondo dei film dell’orrore e questo direi che ne rientra a pieno titolo.

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