sabato 2 novembre 2019

Resurrezione (Recensione "Shin Godzilla")

Dopo la conclusione dell’era Millennium, con Godzilla – Final Wars, la Toho mise nuovamente il personaggio in ibernazione. Soltanto dieci anni dopo, con il successo di Godzilla del 2014, la Toho decise di iniziare la produzione di un nuovo film: Shin Godzilla.
La regia fu affidata ad Hideaki Anno, creatore di Neon Genesis Evangelion (è stato infatti realizzato il corto Godzilla vs. Evangelion: The Real 4-D con Shin Ghidorah), e ad un suo amico e collaboratore di vecchia data, Shinji Higuchi, il quale ha curato gli effetti speciali della trilogia Heisei di Gamera e di Godzilla, Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack.

Il film, come il termine Shin (traducibile con Nuovo) lascia intendere, è un reboot della serie, che si discosta notevolmente dallo stile dei film precedenti, preferendo un approccio più “realistico” e ritornando alle radici di Godzilla.
Il protagonista è il vice capo segretario del Gabinetto del Giappone, Rando Yaguchi, convinto che il crollo della Tokyo Wan Aqua-Line sia stato causato da una qualche specie di creatura gigante. Nonostante i dubbi dei suoi colleghi, la teoria di Yaguchi si dimostra veritiera quando un’enorme coda fuoriesce dal mare nelle vicinanze di Tokyo e l’enorme creatura a cui essa appartiene giunge sulla costa, seminando il caos per la città e uccidendo numerosi civili. Prima di ritornare in mare l’essere, inizialmente simile ad una gigantesca lucertola, subisce una mutazione, assumendo una postura eretta. Grazie all’aiuto di un’inviata speciale degli Stati Uniti, Kayoko Ann Patterson, Rando scoprirà che la creatura, battezzata Godzilla, è nata a causa delle radiazioni nucleari e che questa è in gradato di mutare e adattarsi a velocità incredibili, nonché di riprodursi asessualmente. Grazie all’aiuto del Governo Giapponese e degli USA, il protagonista dovrà quindi trovare il modo di fermare Godzilla.
La prima forma di Godzilla
L’indugiare del film sulle scene con personaggi umani e la meticolosità con cui vengono descritti gli astrusi processi burocratici, a sfavore della presenza del mostro sullo schermo, sono stati spesso oggetto di critica; c’è però da dire che il fulcro di Godzilla del 1954 non è mai stato il mostro, ma gli umani, la loro ottusità e la tragedia di Hiroshima e Nagasaki. Analogamente Shin Godzilla si configura come una critica all’apparato burocratico giapponese, senza però dimenticare i temi del film originale: il fantasma della bomba atomica è infatti rievocato dalla proposta di utilizzare armi termonucleari per uccidere il mostro, rendendo però inabitabile la città di Tokyo.
Rando Yaguchi
Anche Godzilla, come personaggio, ritorna alle sue origini: non è più, come accadeva nei film precedenti, un alleato dell’umanità, un’arma utilizzabile contro il mostro gigante di turno, è un’incarnazione della natura, uno spettro degli errori dell’umanità; non è solo il carnefice, ma è anche la vittima. La scena in cui Godzilla usa per la prima volta il suo raggio atomico è emblematica di tutto ciò che è stato detto precedentemente: non vi è più l’eroismo del film del 2014 o la stravaganza di molti film delle altre ere, ma puro terrore mentre le strade di Tokyo vengono devastate e il mostro resta fermo, in agonia, all’epicentro del disastro.
Gli effetti speciali sono un altro punto di forza del film, in particolare Godzilla che, per la prima volta nella storia dei film di Godzilla della Toho, è stato realizzato interamente in CGI, ma che grazie ad un utilizzo magistrale degli strumenti a disposizione di Higuchi, riesce a sembrare un enorme costume indossato da un attore.

La colonna sonora è un miscuglio omogeneo di tracce storiche della serie e di nuove musiche, in cui il tocco di Shirō Sagisu, compositore della soundtrack di Evangelion, è molto evidente, con melodie e orchestrazioni che richiamano spesso e volentieri quelle della musica classica, conferendo una certa solennità alle scene in cui sono impiegate, e remix di tracce dell'anime di Anno.
Shin Godzilla è senza ombra di dubbio uno dei migliori film della serie e forse il miglior reboot possibile di quest’ultima, un must sia per i fan di vecchia data e coloro che vogliono approcciarsi al genere.

Articolo di Sergio Novelli

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