venerdì 25 ottobre 2019

Quando il metal diventa horror (Recensione "The Silver Scream" degli Ice Nine Kills)

La musica metal è, da sempre, associata all'horror, appare quasi come un assioma il fatto che uno sfegatato dell'orrore sia anche un amante di quella musica tanto condannata e posta all'inquisizione dei media da essere paragonabile solo al prima citato genere cinematografico. Un genere musicale bistrattato, mal visto dalla morale perbenista filocristiana per la la sua violenza, per i suoi temi, che "potrebbero corrompere le giovani menti", le medesime parole che vennero usate nel processo all'horror in Inghilterra nel periodo dei video nasties. Non shocka più di tanto, dunque, la scelta della band theatricore (metalcore assai teatrale) di porre al centro del suo nuovo concep album The Silver Scream proprio la cinematografia orrorofica, dedicando ad ogni grande cult un brano.
L'album si apre con il violento e frenetico The American Nightmare dove il cantante, Spencer Charnas, impersona il nostro amato Freddy Krueger accompagnato dal co-lead Justin DeBlieck. Questo brano è anche il primo a ricevere un video musicale, primo episodio di una sorta di serie vera e propria dove, il frontman, tormentato da violenti incubi, cercherà conforto da uno psichiatra che inizierà a collegare Spencer e la sua band ad una serie di orrendi omicidi che stanno tormentando il paese, a partire dalla misteriose morte nel sonno di alcuni ragazzi che sembrerebbero ricondursi agli omicidi del killer dalla mano artigliata in cui Spencer si è immedesimato nel suo incubi più recente.

Archi e pianoforti, con alcuni suoni sintetici che emulano la voce di Pamela Voorhees, compongono Thank God It's Friday, una canzone immensa, poderosa, che rende l'idea della maledizione di Jason Voorhees un qualcosa di cupo e drammatico, da cui non si può scappare. Ancora più tragica e desolante la versione acoustic, dove il dolore della madre di Jason viene espresso al pieno, trasformando la storia del futuro killer di Crystal Lake quasi in un racconto da focolare, una macabra leggenda colma di tristezza aiutato in ció anche dalla collaborazione di Ali Lehman.
La più spasmodica e tetra è però, con ogni probabilità, Stabbing in the Dark, dove un potente riffing accompagna le urla di Spencer, questa volta pronto a vivere la vita dagli occhi del boogieman stesso Michael Myers mentre, nello sfondo, urla accompagnano il frenetico ritmo in un climax che culmina con le urla quasi animalesche del cantante con un beat che, seppur lievemente, ricorda l'iconica soundtrack di John Carpenter. Un grosso passo avanti per la band, una traccia che rende chiaro la loro evoluzione, in confronto a pezzi simili come The Nature of The Beast. Ipnotica ed inquietante anche la versione acoustic che richiama la canzone delle Chordettes Mr. Sandman, theme del secondo Halloween.

A metà tra punk e nu-metalcore si pone, invece, SAVAGES, dedicata a The Texas Chainsaw Massacre ed ala famiglia cannibale protagonista. Di recente proprio questo brano ha ricevuto una sublime versione acoustic divenendo una canzone calma e dalle tinte quasi folk che non stonerebbero nella vecchia fattoria dove risiede Leatherface.

The Jig is Up vanta la collaborazione di Randy Strohmeyer dei Finch. La canzone altera continuamente ritmo musicale e la voce varia spesso, un momento è frenetica, una è gutturale e bassa imitando la voce di Jigsaw di Saw e poi, dal nulla, è tranquilla, un perfetto ponte heavy-catchy che, con una sezione di pianoforte, collega al brano successivo.
Grave Mistake è uno dei brani meno scontati che avremmo potuto trovare all'interno dell'album, decisamente diverso per tono e registro rispetto a tutto ciò che abbiamo ascoltato precedentemente. Meno frenetica, meno violenta, più drammatica, con un ritmo serrato e potente che dona la giusta monumentalità al racconto de Il corvo, in una malinconica power ballad dal ritornello monumentale dove tutte le competenze canore di Charnas vengono alla luce. Un pezzo iconico, diverso, accompagnato da un assolo di chitarra maestrale che conferisce il giusto climax per il tragico ritornello finale dove Spencer da davvero del suo meglio.

Tornando a sonorità più vicine a Stabbing in the Dark, come al solito accompagnate da parti synth che emulano voci televisive, Lo squalo di Spielberg viene omaggiato in featuring con l'ex cantante della band fino al 2009 Jeremy Schwartz, in un brano groove che punta più sulla velocità che sulla violenza, suggerendo l'avvicinamento inesorabile della famelica bestia acquatica facilmente immaginabile nuotare seguendo il frenetico ritmo del brano. L'epico finale presenta un arrangiamento metal dell'iconico theme di Jaws con dei tamburi in sottofondo che lo richiamano, suggerendo l'avvicinarsi dello squalo, oramai pronto a sbranare la sua prossima preda tra le urla di Schwartz.
Un ambience perfetto con suoni in pianoforte ed un riffing drammatico ci offrono invece una metafora della caduta nella follia di Jack Torrence in Enjoy your Slay dove il ritmo quasi gotico offre una panoramica mentale delle stanze dell'Overlook Hotel di cui scriveva King con la voce eccezionale di Sam Kubrick, nipote del regista di Shining. Una canzone mastodontica con un pattern quasi psichedelico, una traspozione dei temi della moquette dell'hotel del film in una chiave musicale violenta e tetra, un'inesorabile declino verso la pazzia senza alcuna via di ritorno in una sorta di apologia di Jack.

Freak Flag unisce il metal all'elettronico nell'orecchiabile tributo a La casa del diavolo, uno dei brani meno violenti dell'album, ma pur sempre potente come tutti i brani analizzati fino a questo punto, un anthem per tutti i reietti (ricordiamo il titolo originale The Devil's Rejects).
Archi sinfonici e sonorità più hard rock offrono uno squarcio malinconico in The Worlds In My Hand, ispirato a Edward Mani di Forbice, con la voce d'eccezione di Tony Lovato dei Mest. Il pianoforte ed il drumming offrono un sound riconoscibilmente d'influenza gotica, accompagnata da una voce più pulita che, però, sembra sempre in procinto di crollare in un disperato pianto, una richiesta di aiuto fino all'assolo di chitarra elettrico finale ed il sound tragico e tranquillo conclusivo.

Vorticosa e di tinte del power metal più cattivo e grottesco possibile è invece Merry Axe-Mas, la traccia perfetta per un Natale metal dedicato a Silent Night, Deadly Night, con il ritorno di una voce più sporca e violenta con tanto di estratto direttamente da una distorta canzoncina natalizia che culmina in un passaggio assolutamente folle con un low growl sinistro e di considerevole durata. Degno di nota anche il video, parzialmente in pixel art, dove il piccolo Spencer ricorda la sua infanzia nella notte natalizia quando, dal nulla, un misterioso gioco iperviolento, in ritmo con la canzone, richiama le scene dello slasher.
Una ballad romantica che abbandona fino al finale il genere metal è Love Bits, tributo a Un lupo mannaro americano a Londra di Landis che, col suo ritmo pulito e desolato narra la tragedia del protagonista del film con il featuring inaspettato di Chelsea Talmadge, di cui voce vellutata ed innocente si mescola con quella di Spencer. Atipica, ma perfetta per il film trattato.

Tutto culmina invece con l'iperteatrale IT is the End, ispirata all'IT di Stephen King. La traccia si apre con un estratto recitato dal libro originale con una musica da circo in sottofondo per poi scaturire in un growl animalesco, nel brano più frenetico di tutti, assolutamente folle, mantenendo la sua componente da circo con i suoni in sottofondo con il featuring di Wasilewski & Buddy Schaub dei Less Than Jake e Will Salazar dei Fenix FX. Una conclusione inferocita, carica di un'esaltata rabbia dalle tinte synth fino al coro finale, puramente cinematografico: "We all float down here".
Sarah J. Bartholomew scambia battute terrorizzate con Spencer Charnas nel singolo-ampliamento dell'album Your Number's Up, una traccia violenta e sporca che rimanda a tutte le precedenti, in un tributo sia all'album in generale sia a Scream, richiamando le tinte metacinematografiche del capolavoro di Wes Craven del 1996. Un vero finale per l'album che omaggia a 360 gradi il cinema horror che termina con un assolo ed una sequenza teatrale degna della band.

Rilasciafo, inoltre, la "Final Cut" dell'album, con alcune versioni live ed acoustic ed una spasmodica metal cover di Thriller di Michael Jackson di cui video, ricordiamo, venne girato da Landis in persona.


Articolo di Robb P. Lestinci, revisione di Sergio Novelli

Nessun commento: