sabato 12 ottobre 2019

Colui che liberó gli zombie a Roma (intervista a Daniele Misischia)

Daniele Misischia è uno dei nuovi registi italiani di genere, lanciato col suo zombie-movie "The End? L'Inferno è fuori" giusto qualche anno, sotto produzione dei Manetti Bros., attualmente al lavoro sul set di "Diabolik" (come accennato già qua), e già uno dei più discussi di questi ultimi anni, capace di reinventare un genere che sembrava non aver più nulla da offrire rimuovendo la solita azione che lo contraddistingue ed ambientandolo in uno spazio unico ed angusto, con un solo personaggio centrale, solo, intrappolato, contro un esercito di non morti affamati, al sicuro, ma condannato da quella sicurezza.
Un film davvero unico nel suo genere che copriremo certamente in futuro con una recensione più dettagliata, in sostanza. Per ora, invece, godetevi l'intervista col suo regista:

Q: Iniziamo con una domanda banale, come ti sei avvicinato al mondo del cinema e come hai deciso di rendere la tua passione una professione?
A: Da piccolo ho sempre desiderato poter raccontare storie. Ho capito che il “mezzo” che mi incuriosiva di più era proprio il cinema. Ho avuto la fortuna di avere uno zio disegnatore di fumetti, per la Bonelli, che mi spiegò le analogie tra questi due format diversi (ma tanto simili) facendo crescere in me sempre di più la voglia di immaginare e scrivere storie avvincenti. Lui era un grande appassionato di cinema e mi portava spesso in sala a vedere un sacco di film. Inoltre, mio padre, quando ero molto piccolo, comprò una vecchia videocamera a vhs che iniziai ad usare, intorno agli 11 anni, per mettere in scena deliranti cortometraggi “horror” e “thriller” insieme all'aiuto dei miei compagni di scuola. Mi rendevo conto che per loro era solo un modo divertente di passare il tempo, mentre io avevo sempre più voglia di imparare tutti i mezzi ed i trucchi per raccontare storie attraverso le immagini in movimento.

Q: Il tuo film di zombie è unico, è claustrofobico, qualcosa di inedito nel genere, per chi non conoscesse "The End?" puoi spiegarne il concetto? E come lo hai sviluppato?
A: "THE END? L'inferno Fuori" è uno zombie movie (o film di infetti) ambientato quasi completamente dentro un ascensore. Insieme a Cristiano Ciccotti (l'altro sceneggiatore) volevamo raccontare una situazione claustrofobica e spaventosa per un personaggio, cinico ed odioso, che subisce l'orrore senza poter far niente e che con lo scorrere della storia cambierà internamente, ritrovando l'umanità che aveva perso da tanto tempo. Ovviamente volevamo anche divertire ed intrattenere il pubblico, infatti reputo THE END? un survival horror al 100%.

Q: Il tuo film è stato prodotto dai Manetti Bros, nomi di spicco nel panorama: come è stato lavorare con loro? Cosa ne pensi dei loro lavori?
A: Lavoro con loro ormai da tanti anni. Ho imparato moltissimo sui loro set. Come produttori sono ottimi, dato che sanno esattamente di cosa ha bisogno un regista e non hanno mai la prepotenza di mettere i bastoni tra le ruote, ma al massimo sanno consigliare quello che secondo loro funziona di più per raccontare una scena o una sequenza.
Q: Negli ultimi anni stanno uscendo vari horror italiani di nuove leve, ne hai visto qualcuno? Quali consiglieresti e perché?
A: Ultimamente ho visto "The Nest", che nonostante nel finale non mi abbia fatto impazzire, lo reputo un ottimo horror. Molto elegante e d'atmosfera. Ultimamente in Italia il cinema “di genere” si sta muovendo un po' di più... molto lentamente ma si sta muovendo. Spero che entro 5 anni, al cinema escano almeno una decina di film di genere italiani all'anno.

Q: Parlando delle tue ispirazioni, quali sono stati i film che più hanno segnato il tuo stile da cineasta ed in che modo?
A: Sono stati, per lo più, film NON horror. Ho studiato il cinema e la regia di autori come Michael Mann o Paul Greengrass che adoro. Ho amato alla follia lo stile ipercinetico e movimentato di Tony Scott... e sono cresciuto con il cinema action di John Woo, che reputo un Maestro assoluto.
Da adolescente ho avuto la fortuna di avere una videoteca molto fornita vicino casa... e lì affittavo ogni settimana i film di Carpenter, Romero, Raimi e di tutti i più grandi. Mi sono formato guardando di tutto.

Q: Al momento stai lavorando ad una graphic novel, puoi parlarcene?
A: Si, è una sceneggiatura mia e di Cristiano Ciccotti. Dopo aver conosciuto un talentuoso disegnatore di Orbetello (Stefano Cardoselli), abbiamo deciso di collaborare con lui e farla diventare una graphic novel. Si chiama “Nessun perdono per i vivi – No rest for the dead”, attualmente è in lavorazione. E' una storia di vendetta e redenzione, a metà strada tra “A history of violence” e “Brawl in cell block 99”. Un crime/noir ambientato nella periferia di Roma.
Q: Che cambia tra un horror cinematografico ed uno fumettistico a tuo parere? Quale media, secondo te, rende meglio il genere?
A: Sono del parere che se sai raccontare attraverso le immagini, che siano ferme o mobili, non ci sia grande differenza. L'importante è saper dipingere una bella atmosfera, funzionale al racconto. Non è facile né col disegno, né con il video.

A: Ultimamente ho visto un horror/fantasy uscito in bluray e dvd in Italia. Si chiama “The Head Hunter”. E' un film con un budget bassissimo ed un unico attore per tutta la durata della storia, ma è la prova che con pochissimi mezzi e soldi si può raccontare una storia avvincente ed avventurosa. Basta avere belle idee e capacità tecniche.

Q: Ultima domanda, puoi parlarci di qualche tuo progetto futuro? Qualche nuovo film di genere nei tuoi orizzonti futuri?
A: Allora. Ho speso la prima metà dell'anno (2019) a lavorare alla preparazione di un film, scritto sempre da me e Ciccotti, che all'ultimo momento si è sgretolato ed è volato via, perché una delle produzioni che doveva finanziarlo si è tirata indietro. Era un horror d'azione a bassissimo budget ma che secondo me aveva tantissimo potenziale commerciale. Per fortuna, da poco, si è aperta una nuova e gustosa opportunità lavorativa ed ho iniziato a lavorare su un film con una produzione bella corposa. Questa volta il progetto dovrebbe essere molto più concreto ma non posso dire molto, a parte che è un horror molto avventuroso e sarà completamente diverso da THE END?. Spero che entro un paio di mesi questa “bella notizia” venga resa pubblica.
Daniele Misischia (a sinistra) sul set di "The End?"
Q: Nuovamente grazie mille per la disponibilità, è sempre un piacere collaborare con te!
A: Grazie a voi, piacere mio!

Intervista ad opera di Robb P. Lestinci

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