giovedì 25 luglio 2019

Che venga il nostro male (Recensione "Our Evil")

"Mal Nosso" ("Our Evil") è un film horror soprannaturale brasiliano del 2017 scritto e diretto dall'esordiente Samuel Galli presentato in anteprima al London FrightFest dello stesso anno.
Il film inizia in maniera inaspettata con un uomo (il nostro protagonista, interpretato da Ademir Esteves) che visualizza un video di tortura sul deepweb. Successivamente Arthur, questo il suo nome, contatta il perverso killer (Ricardo Casella) e gli affida un lavoro in un locale, dove tratteranno gli affari e, l'assassino, riceverà una chiavetta usb contente i dati dell'acconto, i dettagli dell'esecuzione e soprattutto un video che darà i codici per i dati. Questo video, però, rivelerà anche qualcos'altro di estremamente oscuro e legato al passato di Arthur.

Il regista Galli dimostra fin da subito le sue doti registiche con uno stile personale, caratterizzato da una spiccata predilezione nel mostrare gli occhi degli attori in primo piano, come se fossero uno specchio della loro anima. Tutti gli attori, inoltre, provenienti dal teatro e quindi praticamente esordienti sul grande schermo, fanno il loro lavoro egregiamente risultando non teatrali ed esagerati come ci si sarebbe potuto aspettare, bensì molto professionali e asciutti.
Le scene sono accompagnate da un ottimo comparto sonoro e in particolare da una soundtrack composta specificamente per il film, la quale, letteralmente, si fonde con la parte visiva, a volte anche in contrapposizione con essa: abbiamo infatti musiche allegre in scene gore, sempre ben fatte, con un ottimo uso di effetti pratici.

Scelta, quella di non usare la CGI, inoltre, mantenuta per tutta la pellicola e anche nella realizzazione del demone (con un look classico, quasi "innocente", rispetto al mostro umano) e dei vari mostri che compaiono, come l'inquietante entità della scena del bagno.
Gli jumpscares sono congegnati a fini della trama e sono spesso posti in parallelo con i twist della trama, rendendo uno stratagemma odiato come quello degli jumpscares non scontato. Essi, infatti, non fanno solo saltare dalla sedia, ma restano nella mente e inquietano, cosa non facile e che si può trovare in davvero pochissimi horror, come "Martyrs".

Un horror forte sia visivamente che emotivamente, di quelli rari, che prende i suoi tempi per la narrazione, passando da thriller ad horror spirituale, di quelli non fatti di cliché e che osano davvero.

Di quelli che mancano nel panorama horror attuale, in sostanza.

Articolo di Robb P. Lestinci

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