venerdì 20 maggio 2022

Sotto il Segno di Ruthven ("Il vampiro" di John Polidori)

Il 1816 è una data fondamentale per la letteratura horror. Quell’anno un gruppo di amici riunitosi a Villa Diodati per trascorrere l’estate si cimentarono a scrivere una storia di fantasmi per vincere la noia e l’esasperazione causati dai pomeriggi uggiosi.

È grazie a questa sfida che Mary Shelley scrisse la bozza per il suo Frankestein o il moderno Prometeo, che sarebbe stato poi pubblicato per la prima volta nel 1819. In questa sfida sembra però che solo la Shelley si impegnò seriamente mentre gli altri partecipanti si limitarono ad abbozzare dei racconti. È il caso di George Byron, il massimo esponente del Romanticismo inglese, che si limitò a raccontare la storia di due viaggiatori. Uno di loro, trovatosi in punto di morte, rivelava di essere un vampiro e legava il compagno umano a un giuramento.

Fu da questa trama abbozzata che John Polidori, il suo medico personale, scrisse il racconto che avrebbe segnato per sempre il mondo della letteratura gotica e dato le basi per il vampiro moderno poi popolarizzato da Bram Stoker quasi cent’anni dopo con il suo Dracula: Il vampiro.
Pubblicato per la prima volta nel 1819 sul New Monthly Magazine, il racconto fu fin da subito segnato da una storia editoriale molto particolare. A causa di un errore dell’editore infatti, la paternità del racconto fu data a George Byron piuttosto che a Polidori, impedendo così al racconto di prendere fama in Inghilterra a causa della figura controversa di Byron. Questo errore editoriale, che fu fortemente contestato da Byron stesso, ha però consentito al racconto di ottenere gran successo nel resto del continente europeo, dove il poeta era già molto apprezzato per la pubblicazione del Mazeppa avvenuta l’anno prima. Nello stesso anno della pubblicazione in Inghilterra infatti, Il vampiro aveva già una sua edizione tedesca pubblicata a Lipsia e negli anni tra il 1820 e il 1825 ricevette svariati adattamenti teatrali in Francia, tra i quali è doveroso ricordare The vampire or The Bride of the Isles sceneggiato da James Robinson Planchè. Per la prima edizione italiana della storia dovremmo aspettare il 1831 e anche in quel caso la paternità rimase a Byron.

La fama del racconto non si fermò alla rapida diffusione della storia. Subito molti autori si sono cimentati a emulare il racconto o crearne dei seguiti apocrifi come nel caso di Lord Ruthven ou les Vampires, romanzo attribuito a Charles Nodier, dove i ruoli dei personaggi vengono stravolti e il vampiro stavolta viene sconfitto dal protagonista. Altri scrittori, ispirati dalla storia e in particolare dal personaggio di Lord Ruthven, hanno invece scritto racconti dove la figura del vampiro o altre molto simili vengono rielaborate e ripulite da tutti gli elementi folkloristici e rese dei personaggi della letteratura gotica a tutti gli effetti. È il caso di Vampirismus di Hoffman, dove vengono riprese delle figure vampiresche appartenenti alla mitologia greca come le lamie e inserite in un contesto balcanico o dei vari racconti in cui è la donna vampiro a essere la minaccia principale come Carmilla di Le Fanu.
Patrick Walshe McBride nel ruolo di Lord Ruthven (Dracula, 2020, Stagione 1, Episodio 2, "Blood Vessel", diretto da Damon Thomas, BBC)
Lord Ruthven è sicuramente il motivo per cui il racconto è tuttora meritevole di essere letto. Polidori molto probabilmente creò il personaggio ispirandosi al romanzo autobiografico Glenarvon scritto Caroline Lamb e pubblicato nel 1816. Nell’opera la Lamb decise di vendicarsi di Byron, che aveva troncato la loro relazione clandestina, dipingendolo come un essere satanico e malefico e affibbiandogli il nome di Ruthven Glenarvon. Polidori dunque creò il suo Lord Ruthven sfogando parte dell’odio esasperante che provava per il poeta e creando una vera e propria parodia di Byron, sebbene nel racconto non ci siano affatto momenti comici o parodici.

Ruthven è infatti un uomo affascinante e sensuale nonostante l’aspetto pallido e cadaverico, si circonda di persone deboli come i giocatori d’azzardo incoraggiandoli a proseguire nei loro vizi e rovinandogli la vita, è un uomo ricco e nobile che elargisce elemosine non a chi ne ha bisogno ma a uomini dissoluti la cui vita finisce per peggiorare una volta ricevuti i soldi. C’è tuttavia ancora poco di vampiresco in lui: l’atto di succhiare il sangue non avviene ancora tramite il classico morso sul collo ma attraverso un vero e proprio sgozzamento con i denti, Ruthven può tornare in vita tramite l’esposizione del suo corpo ai raggi della luna piena e, quando sigla il patto di segretezza con Aubrey, per assicurarsi che il ragazzo non riveli la sua vera identità, sembra quasi trasformarsi in un fantasma che tormenta il ragazzo con la sua voce. È il sesso ciò che appaga di più Ruthven, nonché l’elemento cardine del racconto, che si sofferma più volte a raccontare come seduca varie donne portandole alla rovina se non addirittura alla morte come accade alla sorella di Aubrey, il protagonista della storia.
"John Polidori - Il Vampiro" di Luca Franceschini e Gabriel Negri, edito da NPE, 2019
Questi pochi elementi hanno comunque aiutato a rendere il vampiro la creatura mostruosa che conosciamo oggi: un morto immortale solo all’apparenza che è costretto a vivere nell’ombra e deve bere il sangue di giovani vittime che attrae con il suo fascino sensuale. Questa scelta peculiare di vittime trasforma il vampiro in un essere parassitario alla continua ricerca di nuova linfa vitale per preservare la sua immortalità mentre l’atto di succhiare il sangue si trasforma in una vera e propria metafora dell’atto sessuale.

Ma se con Polidori il vampiro rappresenta solo un individuo o al massimo un tipo di personaggio come poteva essere l’eroe byroniano, con Stoker si compirà il passo successivo che ha reso il vampiro il simbolo di un’intera classe sociale, l’aristocrazia, che ha ormai perso la sua importanza e per vivere è costretta a parassitare sulla nuova classe sociale che ha preso il controllo dell’apparato sociale, la borghesia. Nel romanzo di Stoker però, sarà proprio quella classe sociale a causare la morte del vampiro.

Potete acquistare la graphic novel "John Polidori - Il vampiro" (da cui abbiamo tratto anche la copertina di quest'articolo) sul sito ufficiale della NPE.

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