venerdì 19 febbraio 2021

Corto rosso o corto blu? (Recensione "Van" e "Ceux Qui Peuvent Mourir")

Nutro un profondo rispetto verso i cortometraggi indipendenti che, nonostante non siano privi di difetti, riescono a raccontare qualcosa di unico ed intrattenente. Questo è il caso di due corti dai colori praticamente opposti (uno con tonalità rosse e l'altro blu) che ho visto su HODTV, una piattaforma streaming che offre un ampio catalogo di thriller ed horror (molti targati Midnight Factory). Potete trovare lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi, tutti diversi tra loro!


Il primo di questi corti si chiama Van, diretto da Domonic Smith nel 2016 e basato sulla breve storia “Waiting for you” di Richard Beckham.
Lo short movie, della durata di dieci minuti, parla di Laura (Linda Roser) che, di notte, si ritrova all’interno della sua macchina quando riceve una chiamata da una sua amica, Julia (Diana Riley), la quale supplica di andarla a prendere. Quando le manda l’indirizzo, però, troverà qualcos’altro ad aspettarla: un misterioso van rosso…

La prima cosa che colpisce in questo corto sono i colori: l’estetica del film infatti si concentra sul rosso e qualche sfumatura di verde, che sono presenti nelle luci degli abbaglianti, quelle delle strade e, ovviamente, l’intenso rosso del furgoncino. Non basta una buona estetica per considerare un prodotto sufficiente, ma in questo caso il corto ha dalla sua parte la recitazione delle protagoniste, che splende negli ultimi minuti, qualche ottima sequenza e in generale delle buone inquadrature.

Il finale potrebbe risultare prevedibile, essendo un tema rivisitato molte volte da persone e media diversi, però non mi è dispiaciuto. La breve scena con il ragazzo di Julia, Travis, era abbastanza inutile e messa lì solamente per usare uno jumpscare mal riuscito; fortunatamente, per il resto del corto non sono presenti questi meccanismi per incutere paura: Van, nella sua breve durata, riesce a creare tensione e suspense.

Domonic Smith ha lavorato, oltre che su altri short, anche ad una web-serie antologica intitolata Terror Tales di cui ha diretto cinque episodi; qui trovate il canale dove vengono caricati gli episodi.

 

Il secondo corto, intitolato Ceux Qui Peuvent Mourir (Those Who Can Die) è stato diretto da Charlotte Cayeux nel 2017.
Zoé (Zoé Garcia) è una ragazza di quindici anni che viene mandata in un collegio assai particolare: le regole sono rigide e austere, e brutte cose accadono a chi ci si oppone; i ragazzi, d’altra parte, non fanno trapelare nessuna emozione. Marie (Lilas Richard) sembra una delle poche ad essere normale, infatti instaurerà un legame con la protagonista e progetteranno la fuga da quel posto, scoprendo il reale motivo per cui siano state mandati lì…

L'incipit e le ambientazioni ricordano molto Inner Land, ma lo sviluppo del corto prende una piega completamente diversa che sembra richiamare due pellicole di Yorgos Lanthimos: un misto tra i rigidi comportamenti dei personaggi di Dogtooth e l’elemento dispotico di The Lobster. I colori di Ceux Qui Peuvent Mourir sono freddi e pallidi, tendenti al blu, e regalano delle ottime inquadrature, come nella scena dello spioncino, quella con Marie che guarda Zoè prima ancora di conoscerla, e infine la ripresa in cui quest'ultima sale le scale. Le interpretazioni delle protagoniste non mi hanno fatto nè caldo nè freddo, essendo che i loro personaggi dovevano sembrare privi di ogni emozione.

Il finale era abbastanza buono, ma purtroppo la breve durata di questo corto non riesce a fare giustizia ai personaggi, alla storia, alle ambientazioni e al talento della regista: una storia così sarebbe stata ottimale in un lungometraggio, o perlomeno in una pellicola leggermente più lunga di 20 minuti scarsi. In generale, mi è piaciuto molto ed era fatto bene, ma non sarebbe guastato un’immersione più duratura all’interno di quel gelido edificio. 

Quando Charlotte Cayeux inizierà a dirigere lungometraggi (perché deve, questo corto in sé ha moltissime potenzialità), spero che riesca a portare sul grande schermo una trasposizione di Ceux Qui Peuvent Mourir come si deve. Per ora, ci dobbiamo accontentare dei suoi corti, i quali mi ispirano davvero molto.

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