sabato 30 gennaio 2021

Polybius - la leggenda dell'arcade che devasta la mente

Gli anni 80 sono stati una vera e propria epoca d’oro, ricca di novità e di sperimentazioni nel mondo musicale, cinematografico e videoludico: in questi anni molte console da casa come il NES fecero la storia, ma gli arcade rimanevano ancora rilevanti con classici come Pac-Man, Donkey Kong e Space Invaders.

Ma ce n’è uno, in quella immensa varietà di titoli, che nasconde qualcosa di misterioso, e possibilmente pericoloso. Amnesie, crisi epilettiche e strani uomini ruotano attorno a questa leggenda videoludica; sto parlando di Polybius: l’arcade che devasta la mente ai suoi giocatori.

Siamo nell’Oregon del 1981, più precisamente nella città di Portland, dove un giorno vennero distribuiti limitati cabinati di Polybius nuovi di zecca. La schermata iniziale era semplice: c’era il  nome del videogioco, il tasto start, il copyright registrato da una certa azienda chiamata Sinneslöschen, e infine i cosiddetti credits.
Non si sa molto del gameplay, si sostiene che il giocatore controllasse una navicella spaziale e lo scopo fosse quello di eliminare i nemici; inoltre, molti affermano che erano presenti alcune componenti puzzle. Ciò che però caratterizzava i livelli di Polybius erano gli sfondi psichedelici, che prima o poi avrebbero portato gravi danni ai giocatori…

Il gioco creava dipendenza, e in poco tempo molti avvertirono nausea e vertigini a causa della sua natura psichedelica e dei presunti messaggi subliminali. Ma questi erano tra i sintomi più lievi. Altri prevedevano l’insonnia, la frequenza di incubi, allucinazioni e talvolta anche brevi episodi di amnesia. Nei peggiori dei casi, procurò anche crisi epilettiche. Le stranezze non finiscono certo qui, il mito continua introducendo le figure di due misteriosi uomini in nero, i quali spesso controllavano i data dei giochi, senza un apparente spiegazione. Un giorno, i cabinati sparirono misteriosamente, presubilmente distrutti, dopo un mese dal rilascio del videogioco.

La teoria più gettonata afferma che fosse coinvolta la CIA e che Polybius fosse un progetto sul controllo e la manipolazione della mente; lo stesso nome dell’azienda, Sinneslöschen, infatti, si può tradurre in “eliminazione della mente”. Non è casuale nemmeno la scelta del nome del gioco: infatti, Polibio, uno storico greco, affermò che non si dovesse confermare un avvenimento nella storia senza testimonianze dirette. Abbastanza incalzante.

Voci di corridoio dicono che la leggenda si sia diffusa su Usenet verso gli anni 90, ma la prima menzione confermata risale agli inizi del 2000, e viene attribuita a coinop.org, un sito web dedicato agli arcade. Le informazioni presenti nella pagina dedicata sono quelle riportate dalla leggenda, tuttavia era presente in allegato anche un presunto screenshot (quello che trovate poco più in alto) di una ROM autentica, la quale però non è mai stata trapelata.

Molti dichiararono di aver giocato a Polybius nel 1981, anche se nessuna di queste testimonianze poteva venire accertata. Quella che fece più scalpore fu di un certo Steven Roach, che affermò di aver lavorato con la Sinneslöschen nella produzione di un gioco che, a causa di un grave errore nel coding, venne cancellato.

Insomma, Polybius era al centro delle attenzioni e il mistero sembrava infittirsi sempre di più. Ma è bastata una sola, semplice ricerca per far iniziare la caduta del mito: non esisteva nessun copyright su Polybius, così come non esisteva l’azienda produttrice. Inoltre, andandoci con la logica, è impossibile che un gioco con una grafica così avanzata potesse girare sulle macchine arcade del 1981, persino la schermata di gioco avrebbe dato enormi problemi ai cabinati.

Le presunte origini su Usenet si sono rivelate infondate, poichè molto probabilmente si è creata una confusione tra Polybius e il Publius Enigma, diffusosi proprio su questa piattaforma. Questo vuol dire che la leggenda origina da coinop.org e la sua creazione va attribuita al proprietario, Kurt Koller. Ma per quale motivo? Forse per fare pubblicità al sito, o magari come scherzo. Per quanto riguarda le esperienze condivise da altre persone sicuramente si trattavano di finte testimonianze, o al massimo falsi ricordi. Anche Steven Roach, infatti, è stato smentito dallo stesso Koller. La leggenda sembra ispirarsi ad avvenimenti realmente accaduti negli anni 80 però, come la dipendenza dagli arcade e le emicranie dovute alle incessanti ore di gioco, che hanno contribuito nella componente cospirativa sulla manipolazione mentale. 

Copertina di un podcast dedicato al gioco, "The Polybius Conspiracy"

L'arcade in questione rimane solo ed esclusivamente una leggenda, ma non possiamo dire di esserne sorpresi o troppo amareggiati. Polybius in sè non è la parte più interessante della questione, ma la sua eredità e l'impronta che ha lasciato nell'immaginario collettivo riguardo le sale giochi degli anni 80. Troviamo svariati riferimenti in moltissime produzioni, come ne I Simpson, quando Bart si reca in una sala giochi dove, alla sua destra, è possibile notare il famoso cabinato su scritto “Property of the U.S”, o nell’horror Summer of ‘84, dove Polybius appare in bella vista in una scena della pellicola. Inoltre, è protagonista del quarto episodio della serie antologica Dimension 404.

Di maggiore rilievo sono i giochi ispirati: quello più veritiero alla leggenda risale al 2007 ed è prodotto dalla Rogue Synapse; contiene tutti gli elementi caratteristici del presunto gameplay: sfondi psichedelici con messaggi subliminali, dei puzzle e con una tipologia di gioco ricorrente allo shoot em up. Il gioco è davvero un glorioso tributo, ma non c'è da sorprendersi considerando che la Rogue Synapse si impegna nella riproduzione di cabinati e di giochi arcade. Un approccio più creativo e libero è quello per la PlayStation VR, uscito nel 2017 e creato da Jeff Minter, un gioco che presenta gli elementi psichedelici della leggenda, ma li stravolge in una re-interpretazione moderna e 3d, alterandone anche il gameplay. 

  un cabinato fan-made creato dalla Rogue Synapse

Anche se Polybius non è esistito nel 1981, si può dire che ora sia più reale che mai, con cabinati e videogiochi creati dai fan come omaggio a questo gioco che, seppur fittizio, ha un curioso status di cult-following. 

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