venerdì 3 aprile 2020

Stupri e omicidi dagli abissi (Recensione "Monster - Esseri ignoti dai profondi abissi")

Si sa che quando c’è un B-Movie statunitense, la maggior parte delle volte chi lo produce è Roger Corman. Non a caso, “Monster – Esseri ignoti dai profondi abissi” (1980) è un semi-rifacimento di “Monster from the Ocean Floor” (1954), un horror sci-fi, tipico per l’epoca cinematografica, girato con un budget molto limitato e naturalmente prodotto sempre da Corman (di cui tra l’altro è il suo primo film in veste di produttore).
Era appena cominciato il nuovo decennio con gli anni ’80 e un film che era ancora sulla cresta dell’onda fu “lo Squalo” (1975) del giovane Spielberg, quindi numerosi registi e sceneggiatori si stavano scervellando per riproporre dei prodotti con lo stesso argomento per accontentare il pubblico affamato, ormai, di questo genere. Ne uscirono tantissimi, alcuni più e altri con meno successo. Ma questo film di Barbara Peeters si differenzia molto dalle innumerevoli copie dei film di Spielberg. La regista ci propone una pellicola basata principalmente sul tema della vendetta ecologica, ovvero la cosiddetta eco-vengeance, dove gli animali di turno si ribellano al continuo sfruttamento dell’essere umano. I più celebri del filone sono “Gli uccelli” (1963) di Alfred Hitchcock e “Frogs” (1972), ma si potrebbe andare avanti con una lista davvero sostanziosa. Sicuramente, un’altra principale fonte d’ispirazione per questa pellicola fu il celebre classico di fantascienza di Jack Arnold “Il mostro della laguna nera” (1954) e presumibilmente il film italiano di Sergio Martino “L’isola degli uomini pesce” (1979), soprattutto per il design analogo degli umanoidi.
Per quanto possa sembrare banale da un certo punto di vista, la storia parla di esperimenti scientifici che producono erroneamente una mutazione di alcuni pesci, che diventeranno degli umanoidi del titolo originale, “Humanoids from the deep”. Appunto questi pesci umanoidi portano sangue e terrore in una piccola cittadina. Toccherà, come al solito, ai nostri protagonisti rimediare al problema. 

Un aspetto intrigante ma allo stesso tempo inquietante è che la regista ha usato molta violenza per rappresentare le scene d’attacco. Innanzitutto c’è una quantità di splatter incredibile che, molto probabilmente, farebbe invidia al nostro amato Quentin Tarantino, e in più c’è una particolarità negli attacchi: gli umanoidi attaccano, spesso e volentieri, giovani coppie in momenti intimi, proprio come si usava fare all’epoca con gli slasher dove c’erano assassini mascherati. La prima vittima degli attacchi alle coppie, solitamente, sono sempre gli uomini che muoiono orrendamente mutilati mentre le donne vengono violentate in maniera carnale dagli umanoidi, quasi come se fossero dei maniaci. Una violenza che ha rinnovato e ha portato una ventata d’aria fresca al genere. Anche se questa gli valse il divieto ai minori dei 18 anni in sala. 
Sorprendentemente, gli effetti speciali delle creature umanoidi sono curati alla perfezione da un ottimo Rob Bottin, che in seguito realizzerà degli effetti speciali pazzeschi per il remake di John Carpenter “La cosa” (1982). Bottin ha progettato le creature umanoidi affinché ricordino molto l’aspetto di Gill-man da “Il mostro della laguna nera” (1954), e chissà che non si ispirò anche al nostrano “L’isola degli uomini pesce” (1979). 

La Peeters mette in scena una regia piuttosto caotica, forse data dal montaggio frenetico e poco chiaro nelle scene più violente. Ma questo è solo un piccolo punto a sfavore del film, perché riesce a coinvolgere lo spettatore dall’inizio alla fine, forse giovato dalla ridotta durata (a malapena 80 minuti). 
E pensare che questo “Monster – Esseri ignoti dai profondi abissi” (1980) fu proposto a Joe Dante di dirigerlo ma, purtroppo, quest’ultimo rifiutò. Peccato perché sarebbe stato curioso vedere come Dante avrebbe potuto dirigere una pellicola come questa. Ci sarebbe stato meno gore, prevedibilmente. Una cosa è certa, sicuramente sarebbe stato un film più celebre al giorno d’oggi e in pieno stile “Piranha” (1978). Forse, rifiutò proprio perché era come se rifacesse lo stesso film. 
Il cast non brilla ma ci sono attori del calibro di Vic Morrow, che vedremo ne “L’ultimo squalo” (1980) di Castellari a interpretare il cacciatore/esperto di squali, Doug McClure, noto per aver partecipato a una notevole quantità di prodotti di serie B (parodizzato ne “I Simpson” col personaggio di Troy McClure) e Ann Turkel, che parteciperà a numerose serie per la televisione.
Notevole la colonna sonora di un esordiente James Horner, che accompagna in maniera degna le sequenze drammatiche della pellicola. 

Modesto fu il successo che ottenne ma questo non fermò Corman, che produsse nuovamente il rifacimento “Humanoids from the deep” (1996). La storia è essenzialmente identica, non portando nulla di nuovo se non più violenza ma meno splatter. Il ché non giovò al prodotto, per giunta, televisivo. Per dare un’idea di quanto poco budget sia stato sfruttato per questo rifacimento, hanno rubato e usato nel montaggio alcuni spezzoni degli umanoidi del film originale. 
In conclusione, “Monster – Esseri ignoti dai profondi abissi” (1980) è una pellicola gradevole, coinvolgente e intrigante. Naturalmente, non aspettavi molto e non siate pretenziosi, è pur sempre una pellicola di serie B ricca di spiegoni e sequenze splatter nonostante abbia qualche sequenza che faccia da riempitivo, ma è tutto voluto. Per chi è appassionato di questo genere lo consiglio assolutamente. Non verrete affatto delusi dopo la visione. 

Articolo di Luigi Santomauro

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