mercoledì 26 febbraio 2020

I guess everything reminds you of something (Recensione "Re:Mind")

Re:Mind è una web-serie giapponese trasmessa su TV Tokyo e disponibile su Netflix nell’ottobre del 2017, composta da tredici puntate dalla durata di 25 minuti circa, di cui l’ultima funge da prequel. La serie è disponibile anche sul catalogo italiano di Netflix.
La storia parla di undici compagne di classe che si risvegliano in una grande sala da pranzo senza alcun ricordo di come siano finite lì, ma il vuoto di memoria è l’ultimo dei loro problemi perchè scoprono di avere i piedi imprigionati in delle scatole che fuoriescono dal pavimento. Dopo aver provato la fuga senza riuscirci, le ragazze iniziano a pensare a chi possa averle rapite, capendo che tutte hanno a che fare con Miho, una loro compagna scomparsa mesi prima. Il terrore delle ragazze aumenta a dismisura quando esse iniziano a sparire nel nulla dopo dei black-out, una per una.

La sala da pranzo è l’unica vera ambientazione della serie, non considerando i flashback che si svolgono nella scuola delle ragazze; nonostante ciò, la location non risulta stancante e ripetitiva grazie ai ricchi dettagli e alla moltitudine di oggetti che si notano nel corso degli episodi, ai dialoghi e ai ragionamenti delle protagoniste e ai diversi avvenimenti che si succedono in quelle quattro mura. Tutti i dettagli e gli arredamenti non sono casuali ma hanno una motivazione, principalmente quella di far riemergere eventi passati alle in modo da far scoprire inquietanti segreti o quella di aver a che fare in qualche modo con Miho, la quale sembra essere il motivo dietro il rapimento: dai posti in cui sono sedute alla testa di un cervo che sembra osservarle, dall’armatura di un cavaliere al lucernario, dalle scatole che fuoriescono dal suolo ad un interessante libro posto sul mobile, questi elementi hanno una loro utilità che verrà rivelata nel corso delle dodici puntate. Il titolo del libro, “I guess everything reminds you of something” di Ernest Hemingway, sarebbe l’elemento chiave per arrivare alla soluzione: appunto, le protagoniste verranno spronate a ricordare eventi mediante gli oggetti della stanza, ma anche il contenuto del libro è importante. Esso, infatti, parla di una brutta relazione padre-figlio. Fun Fact: anche se la storia e l’autore sono esistiti veramente, la prima non è mai uscita come un libro singolo bensì solo come parte di una raccolta di storie brevi. 
Tutte le protagoniste sono membri di una band idol giapponese, Hinatazaka46, e i personaggi mantengono gli stessi nomi delle attrici. Praticamente, la serie è servita anche a dare più notorietà alla band. Nonostante siano dei membri di un gruppo musicale, la loro recitazione risulta notevole.

Purtroppo, risulta abbastanza difficile connettere con i personaggi, se non con uno o due al massimo, e questo influenza la reazione alla rivelazione del colpevole, la quale lascia quasi indifferenti. È decisamente più interessante sentire le sue motivazioni, che, anche se un po’ scontate, non sono completamente terribili. Decisamente superiore il finale, in cui non viene svelato molto e lascia gli spettatori col dubbio, costringendoli a far loro pensare per formulare teorie. È come se si trovassero nella stessa posizione delle protagoniste: devono ricordare ogni dettaglio che viene loro mostrato (o meglio, riguardare la serie per poterli cogliere) per capire come facevano a sparire e dove effettivamente andassero dopo il black-out, o su dove la sala da pranzo si trovasse veramente, ed è sicuro che, una volta scoperto, rimarrete a bocca aperta nel realizzare il probabile destino delle ragazze. 
La scena finale del penultimo episodio, che sarebbe la conclusione degli eventi essendo che, come prima affermato, il tredicesimo si colloca antecedentemente all'inizio della serie, rimane abbastanza aperta, e a secondo delle interpretazioni cambia anche il finale: c’è chi ne dà una positiva ma, probabilmente, irreale, e c’è chi ne dà una tragica, in cui essa non sarebbe che uno scenario di ciò che poteva accadere se le cose fossero andate diversamente. Sta a voi deciderlo, insomma.

Re: Mind è una piccola perla che ti tiene incollato sullo schermo già dopo i primi episodi, che si può guardare in poco tempo grazie alla relativamente breve durata degli episodi, che sembrano andare molto più veloci di quello che non sono. Non una serie priva di difetti, ma sicuramente una in cui i pregi riescono a contrastarli, più che adatta se state cercando una mini-serie da guardare per formulare  proprie teorie e da riguardare per poter cogliere tutti i dettagli.
Articolo di Thanasis Gaetano Riela, revisione di Robb P. Lestinci

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