giovedì 25 luglio 2019

Corpi dilaniati in prima persona (Recensione "Hotel Inferno")

Quando uscì "Hardcore" nelle sale venne velocemente definito il primo film action girato in prima persona (POV), nonostante sia stato battuto sul tempo da una folle produzione Italiana nel 2013.

"Hotel Inferno" è un film splatter in POV italiano del 2013 scritto e diretto da Giulio De Santi e prodotto dalla Necrostorm, una casa italiana indipendente di film horror che conobbi qualche anno fa grazie allo youtuber DanteLucifero.
Noi spettatori vedremo il film dagli occhi di Frank Zimosa (Rayner Bourton), un sicario professionista ingaggiato dal misterioso Jorge Mistrandia (Michael Howe) per un lavoretto all'apparenza semplice. Ben presto, però, Frank si renderà conto di essersi ritrovato rinchiuso in un hotel abitato da folli psicopatici e da succubi di una qualche forza oscura che vuole ben più del suo corpo: la sua anima.

Il film è letteralmente un bagno di sangue continuo, ogni personaggio che appare su schermo viene usato solo ai fini di essere brutalmente ucciso dopo un rapido scontro con Frank tra budella, crani e sangue che volano sulla scena. La visuale in prima persona aiuta molto questo tripudio dello splatter rendendolo più simile a un videogame che a un film.
Non bisogna aspettarsi recitazioni di alto livello (ma nemmeno di medio) o colpi di scena degni di nota, il film, dopotutto, promette solo frattaglie in prima persona ed è esattamente ciò che porta, rendendo lo spettatore ansioso per le sorti di Frank e facendogli quasi sentire ogni ferita che subisce, pur non andando mai a caratterizzare il personaggio. E ciò potrebbe esser voluto.

Se il personaggio non fosse andato a genio, vedere in prima persona dalla sua prospettiva sarebbe stato fastidioso, con un personaggio "bianco" ci risulta più facile immedesimarsi, basti pensare al Doomguy, non ha caratterizzazione, eppure, sin dai primi minuti di "Doom", simpatizziamo per la sua faccia pixellata da duro perché, in mancanza di caratterizzazione grazie alla prospettiva, c'immedesimiamo rapidamente in lui.
"Doomguy", il protagonista di "Doom"
Il solo personaggio che effettivamente parla, e dio mio se parla, è Mistrandia e, nonostante sia logorroico, risulta un personaggio carismatico e interessante, che genera timore con le sue sole parole. Un Handsome Jack senza volto noto con doppiaggio peggiore, insomma.

Nonostante sia il primo horror completamente in prospettiva (se escludiamo i vari found footage), non è di certo il primo a utilizzare questa particolare scelta stilistica: il primo fu infatti "La fuga" ("Dark Passage") del 1947, diretto da Delmer Daves, altra pellicola di cui parleremo in futuro in pagina, un noir che, per circa un'ora di film, ci mostra il mondo dagli occhi del protagonista Vincent (Humphrey Bogart), nonostante, il secondo tempo, sia girato in maniera tradizionale.

Il primo film interamente in prospettiva fu, invece, "Una donna nel lago" ("Lady in the Lake"), altra pellicola di cui parleremo, sempre del 1947, diretto da Robert Montgomery, ispirato proprio dall'amico regista Daves che gli spiegò le sue perplessità riguardo l'uso della prima persona per un film.
In ogni caso, se amate lo splatter estremo e volete vedere qualcosa di dinamico e nuovo, completamente folle, con esplosioni di sangue e risate malvage dritte nelle vostre orecchie, "Hotel Inferno" e i suoi due sequel sono quello che stavate cercando.


Articolo di Robb P. Lestinci

Nessun commento: