lunedì 23 maggio 2022

X-Files...con i kaiju? - Una panoramica di ''Ultra Q'' (Parte 2)

Proseguiamo finalmente la nostra visione generale della serie Ultra Q passando in rassegna altre tre puntate stravaganti e dagli spunti originali.

Questo episodio rappresenta una delle più riuscite combinazioni di fantascienza e orrore di tutta la serie, oltre che essere uno dei più folli e di quelli che risulteranno più influenti negli anni a venire specialmente per la futura produzione televisiva e cinematografica Tsuburaya. Il racconto si apre con un oggetto non identificato che viene rilevato dai radar del Japanese Self-Defence Forces. Il maggiore Amano, responsabile della base JSDF, invia dei jet presso la posizione del misterioso apparecchio ma questi vengono distrutti e l'UFO sparisce nel nulla. Convocato per fare rapporto sull'accaduto, lo scioccato maggiore non viene creduto dai superiori ed è qui che parte la singolare introduzione della puntata, con un effetto negativo che si sposa molto bene alla narrazione e al solito tema principale di Ultra Q. Nel mentre in giro per Tokyo si verificano fatti anomali: si accumulano testimonianze di persone scomparse da un momento all'altro, anche Yuriko cattura una delle sparizioni facendo un servizio fotografico a una donna su un go-kart. Così la giovane in cerca di scoop collega velocemente quanto accaduto alla notizia dell'UFO, contatta Amano e lo porta con sé da Jun e Ippei. Jun e Amano vanno a sorvolare il luogo dell'avvistamento finché il pilota non scompare nel nulla, invece Yuriko prosegue da sola le proprie ricerche. Consultando le foto scattate, la ragazza si accorge che la donna sul kart è sparita dopo essere entrata in contatto con una sostanza gelatinosa sconosciuta. Ippei sostiene che quanto sta accadendo sia scritto in un libro di fantascienza dal titolo ''Sfida dall'anno 2020'', scritto da tale professor Kanda (che sosteneva di non aver inventato nulla, ma di aver basato il romanzo su conversazioni telepatiche fatte con gli alieni del pianeta Kemur, provenienti dal futuristico anno 2020). Nonostante Yuriko non creda alla tesi dell'amico si accorge che c'è qualcosa di strano e che qualcuno la sta osservando quando scompaiono il suo assistente e un collega, così le viene mandato un agente di scorta dalla polizia, il buffo detective Udagawa. Guarda caso si scopre che Udagawa fosse il migliore amico del professor Kanda, fu lui stesso a farlo internare a seguito di quelli che riteneva essere deliri circa alieni provenienti dal futuro che avrebbero rapito gli umani per assorbirli e vivere in eterno. Dopo poco i due si imbatteranno finalmente nel mostruoso Kemuriano che seguiva Yuriko e controllava mentalmente la sostanza viscosa, creatura dal design talmente bizzarro da essere tanto inquietante quanto comica (sicuramente la successiva fuga in corsa dalla volante della polizia propende più per la seconda). Finalmente il maggiore Amano crede a Ippei e insieme vanno alla ricerca dello scrittore pazzo, che però scopriranno essere già stato fatto sparire. Al suo posto trovano un dispositivo, che Ippei ricorda dal racconto, in grado di trasmettere delle onde elettromagnetiche dannose per il Kemuriano. Contemporaneamente l'invasore spaziale riesce a rapire Yuriko, ma viene rincorso da Udagawa fino a un parco divertimenti. Qui troviamo la sequenza più angosciante in cui Yuriko si trova a metà tra la realtà e l'onirico in mezzo alle luci colorate delle giostre, alle musiche allegre e alle proiezioni di un Jun divertito e sorridente, che in realtà non è altri che il mostro alieno. Udagawa e la polizia aprono il fuoco sul Kemuriano che di tutta risposta diventa gigantesco (giustamente), e contrattacca mentre agita le mani in modo strambo e spruzza un liquido non meglio identificato dall'appendice che ha sulla testa. Dalla Tokyo Tower, però, Amano e Ippei posizionano lo strumento elettromagnetico con cui riescono a colpire e uccidere l'alieno una volta per tutte. Dopodiché tutte le persone scomparse, Jun compreso, si rimaterializzano sul posto. Il tutto si conclude con un cliffhanger tragicomico ai danni del povero investigatore, che pesta una delle ultime pozze di gelatina lasciate dal Kemuriano morto e scompare. Nonostante un tono altalenante, che alterna momenti paurosi ad altri sfacciatamente umoristici, questo risulta essere uno degli episodi più curati sotto il profilo tecnico con una regia, dei giochi di montaggio e transizioni molto interessanti. Piccola chicca: il Kemuriano (che tornerà più volte nelle successive serie di Ultraman) qui è stato interpretato da Bin Furuya, primo attore a vestire i panni del supereroe della Nebulosa M-78.
A Tokyo è arrivato il circo del mago Akanuma, personaggio a dir poco eccentrico il cui tratto distintivo è un'espressione continuamente accigliata e che si diletta nell'ipnotismo. Il numero che sta riscuotendo più successo è quello in cui il circense coinvolge sua figlia, la piccola Lily, chiusa in una scatola mentre lo spirito appare nell'aria e si mostra al pubblico per poi riunirsi con il corpo. Lo spettacolo è talmente popolare che viene visto anche da Yuriko, Jun e Ippei in compagnia dello scettico Dr. Ichinotani, che ne esce incredibilmente scosso. Allo stesso tempo, però, di notte in giro per la città si susseguono dubbi incidenti accomunati dalla sparizione di oggetti di bassa lega o chincaglieria come giocattoli, anelli e ciondoli. Man mano che il celebre spettacolo di Akanuma e Lily viene riproposto la piccola sembra  sempre più provata ed è vittima di un mancamento, intervenendo per darle una mano i nostri protagonisti scoprono che il padre sottopone tutte le sere la figlioletta a delle sedute di ipnosi attraverso un carillon per farla dormire, e notano che nella stanza della bambina ci siano oggetti molto particolari rimediati chissà dove. A questo punto il Dr. Ichinotani convoca i tre per mostrargli il frutto dei suoi studi sulla corrente bioelettrica del corpo umano; secondo lo scienziato quella che definiamo ''anima'' sarebbe tale energia, l'estensione dell'essere umano, il risultato del bilanciamente tra bioelettricità negativa e positiva. Il dottore ritiene che lo spirito di Lily non sia altro che la manifestazione delle correnti bioelettriche negative del corpo della ragazzina, ormai del tutto instabili perché costantemente sollecitate dall'ipnosi, dunque sarebbe lei il misterioso spettro visto da molti vagare nel cuore della notte e causare incidenti. Il gruppo torna al circo ma trova Akanuma disperato, Lily è sparita. Lo spettro maligno di Lily sta infatti conducendo la bambina verso le montagne (il padre le ha sempre raccontato che è in quelle zone che si trova la madre, in realtà defunta) per farla morire schiacciata dal prossimo treno, ripercorrendo insieme il percorso dei binari. Fortunatamente Jun e Ippei le raggiungono in tempo per utilizzare la macchina di Ichinotani, stabilizzare la corrente bioelettrica di Lily, farle riassorbire il fantasma e salvarla da morte certa. Infine Akanuma decide di dedicarsi a delle performance che non mettano più a rischio Lily. Altro episodio abbastanza compatto, probabilmente uno dei migliori in assoluto, in cui il bilanciamento tra sci-fi e horror risulta davvero riuscito: il fantasma della bambina è effettivamente inquietante e molto vicino al più recente J-Horror che siamo abituati a conoscere, oltre ad essere costantemente accompagnato dall'irritante effetto sonoro della risata. Interessante anche il discorso morale pronunciato alla fine dal narratore Lily non era una bambina diavolo, se ci dovesse essere stato un demone non era in lei ma nel mondo distorto che la circondava. Per favore, fate caso a come Lily abbia riacquisito la sua energia e la sua gentile innocenza sul palco.
Una notte Jun e Yuriko sono impegnati in un giro in macchina romantico, di ritorno verso casa, finché non si imbattono in un uomo privo di sensi steso al centro della strada. Credendo sia semplicemente ubriaco lo soccorrono e lo portano sull'autovettura. Fermi all'altezza di un passaggio a livello, però, l'uomo si sveglia di botto e reagisce scompostamente al rumore del treno come se lo terrorizzasse. Così Yuriko e Jun decidono di portarlo dall'amico Dr. Ichinotani che, dopo averlo visitato e ipnotizzato per farlo riposare, rivela loro di aver ricevuto in cura altri pazienti che hanno manifestato simili turbamenti. L'indomani l'uomo, Sawamura, racconta di essersi improvissamente ritrovato la notte prima a bordo di un treno fantasma apparentemente vuoto. Aggirandosi per i vagoni avrebbe incontrato prima un freddo controllore (in pieno stile Lloyd di ''Shining''), e poi qualche altro passeggero tra cui lo scrittore di fantascienza Kenji Tomono. Quest'ultimo avrebbe spiegato all'incredulo Sawamura di trovarsi su un surreale treno in grado di viaggiare oltre allo spazio e al tempo, per portare lontano dalle loro vite monotone e stantie tutti coloro che hanno sognato almeno una volta di poterle abbandonare. Disperato per l'eventualità di perdere la propria routine, gli amici e la famiglia l'uomo si fa prendere dal panico e sviene. A questo punto Yuriko e Jun vanno alla ricerca di Tomono, scoprendo però che si è allontanato dalla sua dimora da più di un anno e mezzo e che raramente invia per posta gli ultimi manoscritti, o fa delle brevi telefonate, senza che nessuno sappia dove si trovi. Nel mentre Sawamura viene ritirato dalla figlia e dalla moglie, entrambe deluse e arrabbiate credendolo un povero ubriacone che ha disonorato la famiglia, e con grande ritardo si presenta sul posto di lavoro dove viene maltrattato dal capo ufficio. Facendo molta difficoltà a reinserirsi nella società Sawamura comincia finalmente a capire il discorso che gli ha fatto Tomono su quel misterioso treno e si mette a richiamarlo a squarcia gola, nella speranza di poter fuggire una volta per tutte da quella trappola che definiva vita. La peculiarità di questo ultimo episodio della serie è che sia privo di un finale vero e proprio, di una risoluzione o un punto di arrivo, si chiude in una condizione di sospensione più totale. L'atmosfera ultraterrena viene resa visivamente in modo efficace: le sequenze ambientate sul treno transdimensionale danno effettivamente il senso di trovarsi fuori dal mondo, con angoli e inquadrature distorte. Molto ben riusciti sono anche gli effetti visivi del susseguirsi dei ricordi del passato di Sawamura aldilà dei finestrini. Alla base di questo racconto si trova un discorso tipicamente giapponese, una specie di velata condanna ai sogni infantili di escapismo e alla sottrazione ai propri doveri, che però può essere contemporaneamente interpretato come il recondito desiderio di fuga dalla grigia realtà mondana da parte di una società che ancora oggi risulta particolarmente rigida.

Il ventottesimo episodio, uno dei primi ad essere scritti e prodotti, non venne trasmesso fino a più di un anno dall'originale messa in onda. Questo perché, come abbiamo visto, nel mentre la Tsuburaya Productions si stava anche dedicando ad Ultraman, e aveva deciso di anticipare al suo posto una presentazione speciale del nuovo prodotto dal titolo ''La Nascita di Ultraman''.

Nel 1967 Ultra Q e Ultraman vennero acquistate in un singolo pacchetto dalla CBS Films, casa produttrice di ''Ai Confini della Realtà''. CBS si mise da subito al lavoro per far doppiare entrambe le serie, e Tsuburaya fornì loro i copioni tradotti e la sigla già adattata. A lavori inoltrati, però, la CBS Films si fece indietro e le serie vennero rilevate dalla United Artists Television che decise di mettere da parte Ultra Q essendo un prodotto da proporre sul mercato televisivo statunitense in bianco e nero, in un periodo in cui si spingeva sempre più per il colore. A quanto pare la maggior parte degli episodi di Ultra Q erano già stati adattati e doppiati in Inglese, e vennero archiviati nei vault della MGM fino a che nei primi anni 2000 la Tsuburaya non si riprese tutto il materiale. Ad oggi sono sopravvissute pochissime tracce di questo doppiaggio, tutte principalmente nelle mani dei collezionisti, ed è anche questo dato ad avere sicuramente contribuito alla scarsa fama della serie.

Oltretutto nel 2004 la Tsuburaya Productions ha realizzato una serie celebrativa del suo primo lavoro dal titolo Ultra Q: Dark Fantasy, a metà tra il sequel e il remake dell'Ultra Q originale.

ARTICOLO DI
IMPAGINAZIONE E GRAFICHE DI

Nessun commento: