giovedì 10 dicembre 2020

Un puzzle mortale (Recensione "Saw")

Nel 2004, il regista James Wan realizzò il primo film che diede avvio ad una lunga serie cinematografica nota come "Saw". Il film horror - che è riuscito a superare persino Venerdì 13 per quanto riguarda il totale di incassi lungo la propria continua produzione di sequel - ha dato poi vita a un adattamento per i videogiocatori, creando un gioco sviluppato da Zombie Studios e pubblicato da Konami per PS3, X-Box 360 e PC.

Esso prende luogo tra gli eventi del primo e secondo film, ed impersoneremo il detective Tappche, catturato e rinchiuso dal malvagio Jigsaw in un vecchio manicomio abbandonato, che dovrà ricorrere a tutto il suo ingegno per fuggire e scoprire il motivo per cui è stato fatto prigioniero dal sadico serial killer. All’inizio dell’avventura ci ritroveremo all’interno di una delle toilette del manicomio, di fronte ad un televisore che mostrerà un breve filmato in cui Jigsaw spiegherà che, per riottenere la libertà, dovremo “stare al suo gioco”. Per fuggire dalla casa di cura sarà quindi necessario risolvere enigmi, superare trappole disseminate lungo i corridoi del posto e salvare le vittime di Jigsaw. La trama si svolgerà attraverso vari colpi di scena che riveleranno - proseguendo nel gioco - strani quanto inquietanti legami tra il protagonista e tutti gli altri malcapitati rinchiusi nel manicomio dal pericoloso killer.

A livello di gameplay è un survival horror in terza persona con enfasi su puzzle e mini-giochi da risolvere. Come in altri titoli del genere, avremo delle fonti di luce attivabili per rischiarare i dintorni, e queste fortunatamente non richiederanno carburante o batterie. 

Un meccanismo classificabile come una pallida imitazione di un survival horror alla "Silent Hill",per capirci. A distaccarlo in parte dal filone vi è la scelta di puntare su un grosso numero di enigmi logici. Questi possono inoltre contare su una buona varietà e in alcuni casi metteranno a dura prova i nervi del giocatore, in quanto spesso accompagnati da un implacabile conto alla rovescia. La situazione più tipica che ci troveremo ad affrontare sarà una stanza chiusa la cui uscita è bloccata da un codice di tre cifre, da scoprire risolvendo semplici enigmi ambientali.

Il gioco deincentiva inoltre il combattimento diretto. Sarà infatti esclusivamente ravvicinato, con un tasto per l’attacco normale, forte, e la parata/schivata. Ci sono poi i classici audiolog,che qui servono sia come relatori di informazioni ed indizi per risolvere il puzzle preparato, sia come collezionabili extra che riveleranno info sul manicomio e su Jigsaw. Il sistema di controllo, inizialmente poco intuitivo per quanto riguarda la piattaforma PC, risulta ostico e rende a volte quasi impossibile la soluzione degli indovinelli.

L'avventura sarà inoltre alquanto ripetitiva in alcuni punti, causando una certa noia nel giocatore medio, complice anche un livello di difficoltà in grado di impensierire più per lo scarso grado di risposta dei comandi che non per un sfida realmente impegnativa (il protagonista risulterà infatti molto impacciato nel rispondere ai comandi, anche quando gli si chiederà semplicemente di correre lungo i corridoi del manicomio). 

La resa grafica non è delle migliori. L'ambientazione risulta però discreta, grazie anche all’effetto cupo e tetro che essa comporta. Tuttavia, se ci si sposta sui personaggi, si nota facilmente come essi siano marcati da una scarsa realizzazione e da una mediocre resa dei movimenti e delle animazioni. A livello di audio è ottimo, con i doppiatori originali dei film che riprendono i loro ruoli, ed un buon audio design in generale.

Un'avventura horror ambientata in un manicomio abbandonato, con una trama decisamente interessante ed un finale da cardiopalma ed inaspettato. Il gioco riesce a spaventare e a creare nel giocatore quel senso di angoscia costante, ma il pessimo sistema di controllo e di combattimento, la scarsa varietà di armi e nemici senza personalità offuscano notevolmente quello che poteva essere un buon prodotto.
 
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