lunedì 28 settembre 2020

Una realtà virtuale fatta di incubi (Rceensione "Paper Dolls")

"Paper Dolls" è un videogioco di genere horror e avventura rilasciato nel 2018, compatibile con PS VR e PS Camera compatibile con PS Move

L'inizio di questione gioco sembra seguire in tutto e per tutto il leggendario avvio di uno dei soliti survival horror -senza però mostrare il fulcro dell’azione- e ci si ritroverà in un setting di stampo prettamente orientale. 

Un terribile incidente si manifesta dinanzi ai nostri occhi, con un rumore sordo e delle grida sullo sfondo. In quel momento qualcosa sembra essersi smarrita nell’oscurità, visto che nell’auto c’erano due persone e dopo l'incidente, a figlia del protagonista sembra essere dunque sparita. Scossi dall’avvenimento, perdiamo conoscenza per poi ritrovarci soli, disorientati e spaventati all’interno di una strana residenza. 

Da quì inizierà quindi la ricerca della figlia inspiegabilmente scomparsa e ci vedremmo intenti a vagare quasi perennemente avvolti da una opprimente penombra, tra stanze e corridoi immersi in sinistri rumori, presente indefinite e successivamente minacce più concrete. Ci troviamo quindi davanti a un miscuglio di situazioni alquanto classiche che spaziano dall’esplorazione, alla fuga dai nemici, ai puzzle ambientali. La fusione di questi elementi riesce in parte a funzionare, sorretta anche da una direzione artistica tutto sommato abbastanza convincente, diventando però abbastanza ripetitiva con il proseguire nel gioco. 

Paper Dolls sfrutta un sistema di movimento che demanda lo spostamento del nostro corpo virtuale alla pressione alternata dei grilletti posti sul controller, che andranno a simulare il movimento delle nostre gambe. Muoversi quindi (almeno all'inizio) sarà abbastanza difficile. La nostra visuale sarà quindi incentrata sulle nostre mani (riprodotte in ambiente VR) e premendo alternativamente u trigger dei Move, sarà possibile camminare ed ispezionare le varie stanze della casa. Sempre utilizzando i trigger sarà poi possibile spostarsi a destra o sinistra, premendo ovviamente il corrispettivo consono alla mano appropriata, e premendoli entrambi ci si potrà voltare alle spalle. 

Le cose migliorano comunque con la pratica, nel momento in cui si riuscirà a coordinare il tocco dei pulsanti con la corretta rotazione della visuale. 

Risulta inoltre difficile spiegare il modo in cui questo titolo resetta i progressi di gioco qualora si decida di modificare il sistema di controllo a partita in corso, costringendoci ad iniziare tutto dal principio. Piccoli dettagli che infastidiscono leggermente, considerando il gameplay comunque interessante, capace di spaventare ed intimorire senza abusare di jump scare insensati ad ogni minuto. 

Nulla da ridire, invece, sul comparto audiovisivo della produzione, grazie ad una grafica pulita e funzionale e ad un audio puntuale ed opprimente al punto giusto come un buon horror che si rispetti. 

Per concludere, Paper Dolls riesce nell’intento di trasmettere timore e ansia nel giocatore, dove l’ambientazione e lo stile artistico tramutano il terrore in angoscia. La gestione dei suoni completa la parte spaventosa del titolo, dove oculati jumpscare, suoni gracchianti e tintinnii oppressivi inseguono il malcapitato ad ogni passo. Ma nonostante le buone intuizioni soprattutto per quanto concerne il sistema di movimento ed alcune meccaniche degne di nota -  Paper Dolls si perde assai nei meandri della banalità (gli nigmi presenti -per esempio- limitano tutto ad una ricerca di una chiave che apre la rispettiva porta). 

Bello ma non straordinario, un titolo che meriterebbe comunque di essere provato almeno una volta da ogni appassionato del genere e soprattutto dell'atmosfera orientale. 

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