giovedì 19 marzo 2020

La sadica bambina ed il tenero assassino (Recensione "Angels of Death")

Con il nome "Angelo della Morte", si è soliti identificare una particolare categoria di serial killer che agiscono in ambienti ospedalieri. Eppure, il gioco di cui andremo a trattare oggi (dall'omonimo titolo) si distacca leggermente da questa definizione primaria. "Angels of Death" è un videogioco horror e d'avventura giapponese (dal quale sono inoltre scaturiti un adattamento manga e uno anime) sviluppato da Hoshikuzu KRNKRN per Microsoft Windows.
La storia vede protagonista Rachel Gardner, una ragazza che si sveglia in una strana struttura con un serial killer. Zack, questo il suo nome, è interamente ricoperto di bende e brandisce una falce, ma i due stringono un legame e Rachel si impegnerà ad aiutare Zack a fuggire dalla struttura in cambio della sua morte. Durante il gioco, il giocatore impersonerà una ragazzina di nome Rachel Gardner, la quale si risveglia in una stanza spoglia in cima a un grattacielo abbandonato. Prima di addormentarsi, la giovane stava ricevendo una consulenza psicologica in seguito alla morte dei suoi genitori, e per qualche strano motivo viene trasportata in un luogo apparentemente disabitato e isolato dal resto del mondo. Determinata a scappare, Rachel prende subito l’ascensore, ma il mezzo si ferma al sesto piano, in una stanza costruita a mo’ di bassofondo e scena del crimine. Qui incontra Zack, un serial killer intenzionato ad ucciderla e dal quale inizialmente tenterà di fuggire.
E dopo aver letto questo, penserete "che vuoi che sia, la classica ragazzina dolce e innocente degli RPG horror". Beh... Sbagliato. Dopo una serie di avvenimenti, infatti, la ragazza comincerà ad assumere un atteggiamento opposto, prima spaventata e mossa dall’istinto di sopravvivenza, poi apatica e desiderosa di morire. E a chi chiederà di farlo? Al nostro amato killer, ovviamente.

"Angels of Death" è diviso in quattro capitoli piuttosto lunghi, e anche mantenendo una componente costante di enigmi da risolvere per avanzare nella storia, il gioco alterna diversi tipi di gameplay di capitolo in capitolo. Il primo è ambientato nei vari piani di un grattacielo, dove prevalgono le scene di inseguimento. Il secondo, invece, è ambientato in una prigione sorvegliata da una donna con degli evidenti problemi psicologici che si divertirà a mettere alla prova i protagonisti con una serie di giochi pericolosi ed enigmi... una sorta di Jigsaw per intenderci. Il terzo capitolo si svolgerà in una chiesa, e questa volta si concentrerà sull’indagine della psicologia di Rachel e del suo strano rapporto con Zack.
Arriviamo quindi all'ultimo capitolo, dove tutti i nodi vengono al pettine, e spicca senza ombra di dubbio il componente "survival" . Un altro elemento particolarmente apprezzabile in "Angels of Death", rispetto a molti altri RPG horror, è la cura con cui viene sviluppato il rapporto tra Rachel e Zack. Come coppia ricordano vagamente Ib e Garry di "IB", seppur con alcune differenze: Rachel, nonostante la giovane età, possiede un’intelligenza fuori dal comune, nutre un prpfondo sentimento religioso ma nasconde anche un’inquietante indole perversa.  Zack, invece, si presenta subito come un maniaco omicida, impulsivo e analfabeta, ma l’incontro con la giovane porterà a galla la sua umanità. 

Quindi sì, il nostro killer in realtà è un teneron-... Ok, non proprio... Ma avete capito ciò che s'intende dire. Per concludere, spendiamo due parole sulla grafica, altro fattore di rilevante importanza. Come la maggior parte degli indie horror, sì basa sulla pixel art. La direzione artistica invece appare alquanto mediocre purtroppo... L’artwork di Rachel è probabilmente l’unico a spiccare in termini di estetica, grazie ad un design decente a differenza degli altri alquanto sproporzionati.
Il  gioco merita,  comunque, un voto tutto sommato positivo a questo gioco dal gameplay frenetico e la trama decisamente diversa della solite. La mancanza di jumpscares esagerati, e la grafica per nulla disturbante, potrebbero,a inoltre, attirare giocatori i giocatori troppo impressionabili che solitamente tendono ad evitare questo genere di videogiochi.

L'aggiunta di una particolare caratterizzazione della protagonista del gioco che andremo ad impersonificare, si distacca dal solito stereotipo della ragazzina impaurita e spaesata alla prese con un serial killer, e questo è un dettaglio fondamentale che, unito all'insieme, fa di "Angels of Death" un gioco degno di essere giocato almeno una volta. Per giunta, nel 2018, il videogame venne trasposto in forma di un anime della durata di 16 episodi che riprende gli eventi del gioco originale.

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