domenica 16 febbraio 2020

Cadaveri in pasto agli alligatori - Gli omicidi che ispirarono "Eaten Alive"

Nel Folklore texano esiste una figura enigmatica, la cui esistenza è stata a lungo dibattuta, quella dell'omicida seriale Joe Ball attivo negli anni '30 e meglio noto come l'uomo alligatore. Oggi risulta molto difficile ricostruire precisamente i truculenti crimini di cui si sarebbe macchiato, questo perché nessuno degli investigatori che se ne occuparono è ancora in vita e le autorità locali non dispongono di alcun documento o referto in merito. Tutto ciò che rimane sono dei miseri articoli di giornale pubblicati al tempo, e nulla di più.
"Quel motel vicino alla palude" (Eaten Alive, USA, 1976), regia di Tobe Hooper
Eppure quella del macellaio di Elmendorf è una di quelle storie che tutti i Texani conoscono, una di quelle storie che sono state tramandate oralmente per anni con lo stesso pathos di un comune racconto di fantasmi. Un racconto di fantasmi che, grazie al lavoro fatto da Michael Hall per la rivista mensile ''Texas Monthly Magazine'', ora sappiamo basarsi su fatti tremendamente reali. Il giornalista nell'estate del 2002 ha portato avanti per tutto lo stato un'inchiesta volta a fare più chiarezza su dei fatti così nebulosi, lavorando sulle poche testimonianze pre-esistenti che aveva a disposizione e riuscendo infine a delineare un profilo più o meno credibile della vita e degli omicidi perpetrati da Ball.
Joseph D. Ball nacque nel Gennaio 1896 e secondo la tradizione sarebbe il diretto discendente di John Hart Crenshaw, il famoso schiavista dell'Illinois. Alla sua nascita lo stato del Texas era una vasta terra di frontiera, i cui acri erano messi a disposizione dei pionieri che vi avrebbero cercato di fare fortuna acquistandoli. Così fece Frank Ball nel 1885, trasferendosi con la moglie Elizabeth nella cittadina di Elmendorf (a sud-est di San Antonio) e aprendo una fabbrica per lavorare il cotone. In poco tempo Frank diventa un ricco uomo d'affari e un importante proprietario immobiliare della zona, tant'è che la sua agiatezza gli permette di dare una vita a una numerosa famiglia di otto figli. Joe, secondo degli otto, è un ragazzino timido e introverso che durante l'adolescenza coltiva un'insolita passione per le armi da fuoco e per esercitarsi a migliorare le proprie capacità di tiro. Quando gli Stati Uniti d'America dichiarano guerra alla Germania, il 6 Gennaio 1917, Joe si arruola e parte verso il fronte europeo. Del suo servizio militare nel vecchio continente non si sa nulla, se non che nel 1919 fece ritorno a Elmendorf arricchito di una radiazione dall'esercito statunitense. Ritornato alla sua quotidianità Joe fatica a reintegrarsi (dopo due anni passati in trincea) e abbandona l'attività di famiglia. Con l'avvento del proibizionismo, Ball si rende conto delle possibilità di guadagno date dal contrabbando di alcolici e si inizia a dedicare a questa attività.  Intorno agli anni '20 assume un giovane afroamericano, Clifton Wheeler, sul quale scaricherà la maggior parte delle fatica e del lavoro sporco che la loro occupazione determinava. A quanto pare Wheeler temeva il suo capo, soprattutto per gli atteggiamenti violenti che manifestava da ubriaco.
Una volta tramontato il proibizionismo, grazie all'esperienza di distillatore illegale di alcolici, Joe si rimette in gioco e acquista un piccolo terreno fuori città in cui costruisce il suo saloon:  il Sociable Inn. Oltre ai servizi che la sua taverna offriva con le camere da letto, il bar, il pianoforte e le lotte tra galli; sul retro Ball costruì un grande stagno, attorno a cui eresse un recinto di quasi 3 metri, e che riempì con cinque alligatori per attirare più clienti. La sua intuizione si dimostrò proficua e ogni sabato il saloon si riempiva di ubriaconi che il proprietario intratteneva gettando nel recinto cani, gatti, procioni e qualsiasi altro animale vivo riuscisse a procurarsi. Oltretutto Ball iniziò ad assumere varie giovani bariste, nessuna delle quali rimase sua dipendente per più di un breve periodo. Con più cameriere, prima che sparissero improvvisamente dal suo bar, Joe ebbe delle relazioni amorose: come con Dolores Goodwin, che sarebbe diventata sua moglie e che, a quanto pare, venne sfigurata con una bottiglia di vetro dal marito; o Minnie Gotthardt, che l'uomo confessò a Dolores di avere uccisa e sepolta in spiaggia (nonostante non venne preso sul serio); o Hazel Brown. Tra le altre cose nel Gennaio 1938 la moglie Dolores perse un braccio, secondo alcune testimonianze per un incidente d'auto, secondo altre a causa degli alligatori del saloon. In ogni caso, intorno all'Aprile dello stesso anno sia lei che la Brown sparirono in circostanze misteriose.
"Quel motel vicino alla palude" (Eaten Alive, USA, 1976), regia di Tobe Hooper
Nonostante la popolarità del suo locale, Joe Ball non godeva di grande considerazione presso la comunità del posto ed era considerato un uomo da cui tenersi alla larga. Si racconta anche di come scacciò violentemente un vicino che gli fece notare l'odore nauseabondo, di carcassa, che proveniva dallo stagno artificiale. Le famiglie delle ex bariste del Sociable Inn iniziarono a fare pressioni su Ball. Ciò attirò l'attenzione dell'ufficio dello sceriffo della Contea di Bexar, che iniziò a investigare sulle sparizioni del personale del saloon quando scomparvero altre donne nell'area. Un vecchio vicino di Ball confessò allo sceriffo di aver visto anni prima l'uomo fare a pezzi quello che sembrava un corpo umano per darlo in pasto ai suoi alligatori domestici. A questo punto, il 24 Settembre 1938, le tesimonianze ai danni del vecchio Joe erano fin troppe e così due agenti si presentarono al saloon dicendogli che lo avrebbero portato a San Antonio per interrogarlo. Il barista accettò di buon grado, ma chiese agli agenti la cortesia di attenderlo per chiudere il locale. Nel mentre Ball prese dal registro di cassa una calibro .45, la puntò prima ai due agenti e subito dopo a sè stesso (secondo alcuni alla testa, secondo altri al cuore) fece fuoco, e morì sul colpo. Le indagini sulle ambigue attività dell'allevatore di alligatori non potevano comunque interrompersi, e così gli agenti ripiegarono sul suo assistene Clifton Wheeler. Inizialmente l'uomo mentì durante l'interrogatorio, ma col passare del tempo cedette e condusse gli investigatori lungo le rive del fiume di San Antonio nel punto in cui aveva aiutato il capo a seppellire alcuni resti di Hazel Brown.
"Killer Crocodile" (Italia, 1989), regia di Fabrizio De Angelis
Oltretutto, il 14 Ottobre, gli indicò dove aveva seppellito con Joe il corpo di Minnie Gotthardt. Al Sociable Inn, venne trovato un quadernetto contenente le foto di molte altre donne: ciò preoccupo lo sceriffo che ipotizzò che l'oggetto potesse ricondurre gli investigatori a dozzine di altri omicidi sconosciuti, ma non porterà mai a nulla di concreto. La ex moglie Dolores (e un'altra sua dipendente scomparsa) vennero identificate e ritrovate vive e vegete, erano entrambe andate a rifarsi una vita in altre città. Clifton Wheeler venne condannato a due anni di prigione per avere aiutato Ball a occultare due corpi. Infine, le indagini condotte dalla polizia sullo stagno del saloon non trovarono alcuna traccia di resti umani al suo interno e gli alligatori vennero portati allo zoo di San Antonio. Così si concluse la vera storia dell'assassino di Elmendorf: un criminale di cui sono accertati solamente due omicidi, in merito al quale non si è mai fatta chiarezza sull'effettivo ruolo che i suoi amati alligatori giocarono nel far sparire alcune delle prove della sua colpevolezza.
Illustrazione originale di Cristiano Baricelli
Come già detto, però, la sua eredità nella cultura popolare statunitense sarà molto potente; tanto da ispirare, ad esempio, un episodio della serie Bones o il film di Tobe Hooper Quel motel vicino alla palude (1976), una delle prime opere del regista: un b-movie anni dalla produzione abbastanza travagliata, in cui appare un giovane Robert Englund.

Articolo di Lorenzo Spagnoli

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