domenica 6 ottobre 2019

Figlio dei suoi tempi (Recensione "Swamp Thing")

Swamp Thing (conosciuto in Italia come Il mostro della palude) è un film del 1982 diretto da Wes Craven basato sull’omonimo fumetto della DC. Una scelta piuttosto peculiare per un adattamento, poiché la pubblicazione era terminata sei anni prima e, inoltre, il mostro non apparteneva a quella che era la Trinità della DC. L’esistenza di questo film è quindi dovuta a Benjamin Melniker e Michael E. Ulsan, i quali hanno prodotto, oltre ai film di Batman, anche Swamp Thing.
Il film si apre con l’arrivo di un agente governativo, Alice Cable (interpretata da Adrienne Barbeau), in una palude della Florida con lo scopo di supervisionare le ricerche dello scienziato Alec Holland (Ray Wise), il quale cerca di unire cellule animali e vegetali per incrementare la forza e la resistenza delle piante, così che possano crescere anche nelle condizioni più avverse. Il lavoro di Holland attira però l’attenzione del miliardario Anton Arcane (Louis Jourdan), il quale irrompe nel laboratorio dello scienziato con un gruppo di mercenari, uccidendo l’intero personale di sicurezza e rubando la maggior parte degli appunti sulla ricerca; mentre ciò accade un becher contenente la formula di Holland colpisce Alec, il quale prende fuoco e si getta nelle acque della palude, dalle quali riemergerà come un mostro mutato: Swamp Thing, intenzionato a fermare Arcane e salvare Cable, la quale è entrata in possesso dell’ultimo quaderno di appunti del ricercatore.
Nonostante gli ottimi effetti pratici usati sul set e la buona recitazione degli attori, sugli oggetti di scena e sul mostro, il film presenta svariati problemi, primo tra tutti il la trama, la quale risulta a tratti troppo veloce o troppo lenta, in particolare nella prima mezz’ora e negli ultimi venti minuti, dimenticando nel processo plot points introdotti precedentemente o introducendone di nuovi, senza che questi si inseriscano omogeneamente nella storia.
Un altro grosso problema sono i dialoghi, spesso sconnessi tra di loro e involontariamente divertenti, difetto aggravato dall’adattamento italiano, che, come spesso accadeva in quegli anni, non era dei migliori.
Le transizioni usate tra le scene risultano spesso stranianti, usando effetti degni dei peggiori video creati con Movie Maker. L’intenzione era probabilmente quella di replicare i pannelli di un fumetto, ma l’editor ha finito per creare un Hulk del 2003 ante litteram.
C’è però da dire che tutti i difetti menzionati precedentemente sono l’effetto dell’influenza degli anni ’80 e che il film, nonostante le limitazioni tecniche di quegli anni, sfrutta al massimo ciò che ha, in primis il mostro, il cui costume (considerato il budget di 2,5 milioni di dollari) risulta essere di ottima fattura e abbastanza fedele alla controparte fumettistica.
Il film riscosse un grande successo tra il pubblico, spingendo la DC a rilanciare la serie fumettistica e ricevendo nel 1989 un sequel, intitolato The Return of Swamp Thing (Il ritorno del mostro della palude). L’interesse per il personaggio persiste ancora oggi, infatti proprio quest’anno la DC ha pubblicato sulla sua piattaforma di streaming DC Universe una serie live-action sul personaggio, intitolata (ovviamente) Swamp Thing.

Articolo di Sergio Novelli

Nessun commento: