giovedì 25 luglio 2019

Le streghe di Zugarramurdi (Recensione "Le streghe son tornate")

"Le streghe son tornate" ("Las brujas de Zugarramurdi") è una commedia horror spagnola del 2013, vincitrice di ben 8 premi Goya, del regista e sceneggiatore vincitore di un Leone d'Oro Alex de la Iglesìa, di cui parleremo nuovamente in futuro per il suo "El Bar" del 2017.
José (Hugo Silva), protagonista del film, organizza assieme all'amico Antonio (Mario Casas), una rapina, vestiti da Gesù e da soldatino giocattolo, per scappare dalla loro vita rovinate da pessime storie d'amore. Assieme al figlio di José, Sergio (Gabriel Delgrado) ed a due ostaggi (un tassista ed il suo molesto passeggero), si dirigeranno verso al Francia, ma finiranno per perdersi nel paese di Zagurramurdi, dove finiranno tra le grinfie di alcune streghe mangiauomini, in particolar modo della sensuale Eva (Carolina Bang, che tornerà a lavorare col regista anche in "El Bar") per cui, presto, José finirà per infatuarsi.

Il film, largamente premiato nei festival di tutta Europa, è una di quelle commedie che ti fanno affezionare ai personaggi e ti divertono dall'inizio alla fine, riuscendo a farti entrare nella pellicola, a farti chiedere "Cosa farei io fossi in loro?", dimenticandosi che son tutti bravi a parlare da dietro uno schermo.

Nonostante la forte vena comica della pellicola, vi sono vari elementi splatter e gore, tra dita mozzate e bambini cucinati e fatti a pezzo, nonostante la vena orrorifica non prende mai davvero il sopravvento e resti quasi solo una cornice per la storia della ribalta dei due protagonisti, pronti anche ad affrontare streghe ancestrali e la loro divinità per una vita senza le donne che le avevano rovinate precedentemente.
Le donne in questo film sono il deus ex machina assoluto, gli uomini sono in balia delle loro azioni e non possono far altro che agire in base alle loro azioni, dirette e non. Sono coloro che istigano la rapina, che li accolgono, che decidono di condannarli per i propri fini e che li salvano, dando loro nuove speranze. Le donne sono portatrici, manipolatrici, di vita e boia allo stesso tempo.

Direi che questo film risolva il dibattito riguardo il sesso predominante, insomma.
La location, inoltre, non é assolutamente casuale. Zugarramurdi si vide protagonista della condanna di 56 persone nel 1610, 31 per stregoneria, le restanti per stregoneria, di cui 16 condannate a morte sul rogo. Tristemente, ovviamente, nessuna di questa era una strega ed addirittura uno dei inquisitori lo affermò in un documento ufficiale, nonostante ciò non fermò l'Inquisizione dall'ucciderle.

Tutt'ora nel paesino si ricordano feste-sabba commemorative ed esiste un museo dedicato alle streghe, El Museo de la Brujas, dove viene anche proiettato il film di de la Iglesias.
Interno del Museo de la Brujas
Come ultimo appunto vorrei ricordare un dettaglio che mi ha fatto assai sorridere: nell'introduzione sono presentate varie foto di streghe nella storia, tra cui spicca una foto di Angela Merkel, cancelliera federale tedesca.

Articolo di Robb P. Lestinci

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