sabato 18 giugno 2022

Negli oscuri abissi di Rapture (Recensione "Bioshock")

Alla fine cosa distingue uno schiavo da un uomo? Denaro? Potere? No.

Un uomo sceglie, uno schiavo obbedisce.

L’oggettivismo è una corrente filosofica ideata dalla scrittrice russo-statunitense Ayn Rand, basata sul razionalismo e l’individualismo; tale teoria è alla base dei temi di Bioshock, un videogioco sparatutto in prima persona sviluppato dalla Irrational Games e pubblicato dalla 2K games nel 2007.

Il giocatore veste i panni di Jack, un giovane americano salvatosi da un incidente aereo nel mezzo dell’Oceano Atlantico che trova rifugio in quello che sembrerebbe essere un faro; tale struttura si rivela essere l’ingresso di Rapture: un tempo una ricca e prosperosa città sottomarina, ora invasa da mutanti denominati “ricombinanti”. Tramite una radio portatile Jack sarà guidato da Atlas, uno dei pochi umani sani rimasti nella città e, intenzionato anch’egli a fuggire dalla città insieme alla sua famiglia, offrirà il suo aiuto al protagonista. L’impresa si rivelerà ardua, non solo per gli attacchi dei ricombinanti, ma anche per l’intervento diretto di Andrew Ryan, il fondatore di Rapture, apparentemente intenzionato ad impedire la fuga di Jack e Atlas

Il giocatore avrà a sua disposizione un ampio arsenale di armi, che spaziano da una semplice chiave inglese fino ad arrivare ad un lanciagranate e una balestra; la maggior parte di queste presenta, laddove previste, diversi tipi di munizioni equipaggiabili, che forniscono effetti specifici ai colpi dell’arma da fuoco utilizzata, eventualmente utili a fronteggiare avversità più specifiche, quali possono essere i nemici con armature. Sarà anche possibile utilizzare i plasmidi, sieri che forniscono a Jack abilità speciali come la telecinesi o la capacità di sparare fulmini dalle mani. Sono inoltre presenti elementi tipici degli RPG, quali negozi dove acquistare munizioni e potenziamenti, un sistema di abilità passive e meccaniche di crafting.

La grafica risulta, per gli standard del 2007, ottima, con una buona qualità dei modelli e delle texture, nonché degli effetti particellari tutto sommato godibili. Il gioco ha ricevuto nel 2016 una remaster che migliora notevolmente l’aspetto grafico, rendendo così il gioco più appetibile agli occhi di coloro che vi si approcciano per la prima volta.

I personaggi risultano interessanti e ben caratterizzati, anche grazie ai vari messaggi registrati che sarà possibile trovare nel gioco, che approfondiscono il loro background nonché quello di Rapture stessa, dalla sua fondazione fino alla caduta, contribuendo così ad un worldbuilding eccellente.

Il design delle ambientazioni presenta uno stile ibrido tra lo steampunk e lo stile dell’Art decò, misto all’estetica tipica degli anni ’50 e ’60, conferisce a Rapture e al gioco stesso uno charm e un’atmosfera intrigante.

Il level design delle aree esplorate è eccellente: sebbene la strada da seguire per proseguire nella storia principale risulti piuttosto lineare e semplice da seguire, l’esplorazione delle stanze presenti nelle ramificazioni sarà sempre ricompensata con potenziamenti, munizioni e oggetti di cura.  

Oltre che dall’esplorazione delle aree di gioco, la rigiocabilità di Bioshock è ulteriormente arricchita dalle scelte morali che il giocatore dovrà fare: saranno infatti presenti tre finali diversi, che dipenderanno dalle azioni del protagonista durante il gioco.

Altro punto forte è la colonna sonora che riesce perfettamente a trasmettere tensione nei momenti più concitati del gioco, grazie in particolare ad un ottimo uso degli archi nell’orchestrazione. Il tema principale merita una menzione speciale l’utilizzo della canzone Beyond the sea di Bobby Darin, che ironicamente si addice perfettamente alla trama e ai temi del gioco.

In conclusione Bioshock è un eccellente sparatutto in prima persona con elementi horror, non a caso è tutt’oggi considerato uno dei migliori del suo genere, pertanto lo consiglio vivamente a tutti gli appassionati.

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