lunedì 7 dicembre 2020

Cosa c'è dietro la maschera? (Recensione "Layers of Fear 2")

Layers of Fear 2 è un videogioco horror psicologico sviluppato da Bloober Team (una compagnia di videogiochi polacca che ha lavorato non solo sul prequel, Layers of Fear, ma anche su Observer) e pubblicato il 19 maggio 2019 su piattaforme Windows da Gun.
Il giocatore impersonerà, almeno apparentemente, James, un attore di discreto successo che dopo un’inquietante visione della Regina dei Topi (raffigurata in un dipinto nel primo capitolo) si risveglierà nella sua cabina a bordo di una nave diretta verso una destinazione sconosciuta. Entrando in una delle stanze si avrà la possibilità di riprodurre una pellicola, al termine della quale ci si accorgerà che l’ambiente circostante è mutato, riflettendo le esperienze passate di James, che da bambino è già stato su una simile nave. Una voce fuori campo, il Regista, guiderà il giocatore, che proseguendo nella storia scoprirà il tragico passato familiare del protagonista e arriverà a dubitare della realtà che circonda James, nonché della stessa identità di quest’ultimo.La premessa di un attore che arriva a dubitare della propria identità chiedendosi se tutto ciò che avviene intorno a lui non sia un altro dei suoi ruoli interpretati risulta molto più interessante di quella del primo capitolo, ma l’esecuzione si rivela piuttosto scadente: risulta assenta assente la narrativa criptica di Layers of Fear, e gli eventi di cui il giocatore sarà testimone avranno tutti un significato metaforico molto chiaro che lascia poco spazio ad ambiguità e interpretazioni personali. Il gioco risulta molto lineare e l’esito finale, a cui nel primo capitolo contribuivano sia gli eventi osservati, gli oggetti trovati e i percorsi seguiti, sarà qui deciso da cinque scelte corrispondenti a ciascun capitolo del gioco, che fondamentalmente possono essere tutte ridotte alla scelta tra seguire le istruzioni del Regista o meno. Il giocatore vedrà quindi la sua libertà limitata per gran parte (se non per tutto) il gioco, fatto che, in un medium che fa dell’interattività il suo punto forte, risulta essere un grande limitazione.
La presenza costante della voce fuori campo del Regista, nonché di un altro personaggio umano (sebbene per poco tempo) più avanti nella storia, pone un ulteriore problema: l’assenza del senso di solitudine che caratterizzava il primo Layers of Fear e che rifletteva perfettamente l’introspezione del protagonista nel cercare di dare un senso a ciò che accadeva intorno a lui.

Dato il contesto del gioco non possono mancare citazioni ai grandi classici del cinema horror, quali Shining e Psycho, che sebbene non vengano esplicitamente menzionati nel gioco né in alcun modo citati nei titoli di coda, sono stati senza dubbio grandi fonti di ispirazione per gli sviluppatori.Il gameplay non risulta affatto cambiato rispetto al precedente capitolo: il giocatore potrà muoversi attraverso le stanze della nave, osservare oggetti e documenti che faranno riemergere ricordi passati di James, risolvere gli eventuali puzzle che il gioco presenta e fuggire dalle creature che lo inseguiranno. Non risultano quindi presenti innovazioni in questo aspetto, ma considerando lo stile caratteristico di Layers of Fear, cambiare la formula sarebbe potuto risultare difficile e problematico.

Uno dei punti di forza del gioco è la grafica, che sebbene non sia eccezionale risulta senza dubbio di ottima qualità, grazie all’utilizzo di modelli di alta qualità e texture ad alta definizione, pur mantenendo un peso contenuto del pacchetto di installazione. Nonostante la precedentemente citata presenza di altri personaggi umani spezza l’immersione del giocatore, poiché il loro aspetto è visibilmente meno realistico di tutto il resto di ciò che è presente nel gioco.

Il design delle aree di gioco è un altro motivo di lode le stanze della nave risultano realistiche quando lo devono essere, ma all’occorrenza possono essere mutate dalla psiche del protagonista che fa riemergere gli eventi traumatici del suo passato, in una transizione quasi impercettibile da una normale cabina di una nave a rappresentazione metaforica e terrificante di ricordi da dimenticare.

Altrettanto non si può dire del design delle creature, che risulta privo di qualsivoglia fantasia e inventiva, soffrendo inoltre del precedentemente menzionato poco realismo, che risulta ulteriormente accentuato dal loro aspetto anatomicamente impossibile.

La colonna sonora risulta piuttosto generica e, sebbene la sua presenza maggiore nel gioco rispetto al primo capitolo possa essere vista come un punto a favore del gioco, questa va anche a ledere il senso di solitudine e suspence conferita al primo gioco dal magistrale uso del silenzio. Il gioco gode inoltre di una longevità molto maggiore del suo predecessore, che però è raggiunta anche grazie a porzioni di gameplay ripetitivo e tedioso.

In conclusione Layers of Fear 2, nonostante i suoi grandi pregi, risulta essere un gioco mediocre e, se confrontato con il primo capitolo, piuttosto deludente. Consiglio il titolo agli appassionati del genere e a coloro che non hanno grandi aspettative da un seguito di Layers of Fear.

ARTICOLO DI


Nessun commento: