sabato 19 settembre 2020

Dalle oscure profondità degli abissi (Recensione "Il mostro dei mari")

In un momento storico in cui c’era la paura del nucleare, il cinema di fantascienza di serie B ci appropinquava a esorcizzare questa fobia con numerose pellicole meravigliose quanto improbabili. Chi ha contribuito a tutti questi film, belli o brutti che siano, è stato anche Gojira (1954) di Ishirō Honda. Vista la grande popolarità di quest’ultimo, a solo un anno di distanza uscì nelle sale americane Il mostro dei mari (1955). È stato il primo film, il capostipite, a mostrare o a usare un cefalopode come creatura di turno a terrorizzare gli spettatori in sala.

Purtroppo, la traduzione del titolo italiano non rende giustizia al titolo originale che possiede ossia It came from beneath the sea, tradotto letteralmente come “Proviene da sotto il mare”. Un titolo molto più evocativo e dall’aria tipica da pellicola fantascientifica di metà anni ’50, anche se letto oggi sembra un po’ imbarazzante.

La storia parla dell’equipaggio di un sottomarino nucleare che scopre un polpo, divenuto gigantesco per via delle radiazioni atomiche. Questa creatura minaccia di distruggere la città di San Francisco. Scienziati e militari cooperano per fermarla.

Una sceneggiatura molto attuale per il periodo storico in cui è ambientato, mandando una critica all’uso improprio delle super armi come, appunto, la bomba atomica e all’inquinamento nato da queste armi. Certo, i film dell’epoca portavano un esagerazione ignorando completamente le conseguenze dei danni che noi esseri umani provochiamo alla flora e alla fauna del nostro pianeta. Quindi, il messaggio che viene mandato è anche ecologistico, visto che il polpo antagonista della pellicola, in un certo senso, non sembra nemmeno esserlo. Lascia il suo habitat per cercare altre fonti di nutrimento, attaccando i nostri protagonisti. 
Parlando dei protagonisti, risultano alquanto stereotipati e prevedibili. Il comandante del sottomarino interpretato da Kenneth Tobey, parteciperà come attore feticcio dei film di Joe Dante, infatti lo ritroveremo in L’ululato (1981), Gremlins (1984) e Gremlins 2 - La nuova stirpe (1990). Qui recita abbastanza bene assieme ai comprimari interpretati da Faith Domergue, che abbiamo già visto in Cittadino dello spazio (1955), e da Donald Curtis, recitò in Io ti salverò (1945) di Alfred Hitchcock, un altro film di fantascienza La Terra contro i dischi volanti (1956) e nel kolossal di Cecil B. De Mille I dieci comandamenti (1956).

Come spesso capita in pellicole come queste, i protagonisti da un certo punto in poi diventano quasi futili poiché avranno a che fare con creature gigantesche, dunque fuori dalla loro portata. Non a caso, chi se la deve sbrigare sono sempre personaggi secondari alla storia come, appunto, i militari, interpellati ogni volta ad eliminare la creatura di turno. Una tradizione che è stata portata avanti fino ai film di mostri moderni. Anche se, alcune volte, in casi unici e rari, c’è l’eccezione che cambia la regola.

Chi ha curato gli straordinari effetti speciali in stop motion, a passo uno, è stato Ray Harryhausen, uno dei maestri pionieri di questo genere di effetti nei film dell’epoca. Una delle scene più belle del film è stata realizzata completamente con la stop motion, ricreando l’intera miniatura del Golden Gate Bridge di San Francisco per essere attaccata dal polpo, anch’esso ovviamente magnificamente creato con la stessa tecnica. Una curiosità peculiare è che Harryhausen per risparmiare decise, visto il low budget, di creare il polpo con sei tentacoli, anziché otto come dovrebbe averne nella realtà. Ma questo, se vogliamo definirlo, errore non è molto visibile agli occhi dello spettatore visto che Harryhausen ha cercato di nascondere il più possibile il numero dei tentacoli nelle scene in cui il polpo è inquadrato. Per capire quanto con pochissimo si possano fare comunque delle grandi cose, l’effettista spese solo cinque centesimi per acquistare in un negozio di giocattoli la nave che nel film viene affondata dal polpo

Si pensa che nella pellicola siano stati usati degli stock footage per mostrare le scene in cui i militari attaccavano il polpo gigante, ma in realtà molte delle scene con i militari sono state girate appositamente per il film chiedendo una collaborazione con la marina americana, che ha prestato sia il sommergibile, in cui hanno girato realmente al suo interno, che la base navale.

Il mostro dei mari venne distribuito nelle sale statunitensi riscuotendo, fortunatamente, un buon successo al botteghino. Venne recepito in maniera piuttosto positiva dagli amanti del genere e anche dalla critica. Infatti, col passare del tempo, è ancora considerato un vero e proprio cult di fantascienza anni ’50, anche se ai giorni nostri potrebbe risultare leggermente datato. 

Come accade spesso con pellicole datate in bianco e nero, per le distribuzioni in DVD, anche questo film è caduto ‘vittima’ del colore. Infatti, la versione colorizzata non rende affatto giustizia a quello che il film era nella sua forma originale quando uscì nelle sale. Una tattica commerciale piuttosto subdola e che non porta a nulla se non a una gran confusione a chi lo acquista.

In conclusione, un monster movie di vecchio stampo, di cui non se ne vedono più al giorno d’oggi, che non ha pretese dallo spettatore se non il puro e semplice intrattenimento.

ARTICOLO DI
LUIGI SANTOMAURO

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